MAGNANI ROCCA
In attesa della riapertura di primavera, la Fondazione Magnani-Rocca prosegue la sua attività di ambasciatrice di cultura nel mondo. Vista la grande importanza delle opere della collezione permanente, conservate nella Villa dei Capolavori a Mamiano di Traversetolo, nel tempo ha avviato collaborazioni con celebri istituzioni museali internazionali portando in Europa e Oltreoceano artisti e opere di grande rilievo. Si è vista così riconoscere un ruolo altamente significativo nel panorama artistico internazionale per la capacità di creare ricerca e cultura, come spiega il suo direttore scientifico, Stefano Roffi.
«Questo era l’intendimento di Luigi Magnani che costituì la Fondazione nel 1977 con lo scopo di favorire e sviluppare attività artistica anche in collaborazione con istituti di alta cultura nel mondo» afferma.
In questo periodo, in cui la pandemia ha comportato la cancellazione o il ridimensionamento di tanti eventi culturali, si rivelano molto significative le partnership della Fondazione.
Mai il grande pittore Francisco Goya avrebbe immaginato che il suo capolavoro La famiglia dell’infante don Luis (1783-1784), la gemma più preziosa della Magnani-Rocca, sarebbe stato ammirato, secoli dopo, da una regina della sua Spagna; questo è avvenuto presso la Fondation Beyeler di Basilea, nella mostra «Goya», inaugurata dalla regina Letizia pochi mesi fa.
Anche le opere di Giorgio Morandi hanno un futuro espositivo di primo piano. Dopo l’esposizione a Madrid, in febbraio dialogheranno a Barcellona con le stravaganti linee di Casa Milà - La Pedrera, l’ultima opera civile di Antoni Gaudí. Un incontro, del tutto inconsueto, fra l’artista, amatissimo da Magnani, che fece della purezza e compostezza la cifra della propria pittura, e l’architetto forse più estroso attivo fra Otto e Novecento.
Amatissimo da Magnani era anche Paul Cézanne. Due stupende nature morte tardo ottocentesche, facenti parte del nucleo, unico in Italia, di acquerelli raccolti dal collezionista, sono state scelte per la mostra «Cézanne: The Drawings», al MoMa di New York, tenutasi nell’estate 2021.
Nel 2022 sono previsti «momenti di gloria» internazionale per altri due dipinti per i quali Magnani nutriva sentimenti contrapposti. Grande appassionato dell’opera di Shakespeare, volle nella propria dimora un dipinto che omaggiasse il drammaturgo. Così acquistò un grande quadro del pittore romantico Füssli che rappresenta la scena in cui il fantasma del padre di Amleto appare al figlio e alla regina Gertrude. In settembre il quadro troverà nuovi estimatori alla mostra «Füssli et la puissance des rêve» al Musée Jacquemart-André, forse la più sontuosa casa-museo di Parigi.
Magnani amava invece poi la forza dolente di un dipinto di soggetto sacro di Vittore Carpaccio: il Cristo morto sorretto da due angeli, olio su tavola del primo ‘500. Negli ultimi mesi di quest’anno raggiungerà gli altri capolavori del maestro veneziano selezionati per la mostra «Vittore Carpaccio: Paintings and Drawings» alla National gallery of art di Washington.
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