Baby gang
Sabato sera ore nove, via Leporati: è ora di «picchiarsi». Una quindicina di ragazzi fanno cerchio e due di loro si danno botte. Prima spintoni, poi calci e pugni. Mentre il resto della banda applaude e ride. Uno li filma.
Ormai sembra un copione, che si ripete in tutta la città. E quello che è accaduto sabato sera all'ombra dell'ospedale Maggiore, dalla parte di viale dei Mille, dispiace dirlo, ma non sorprende quasi più, visto anche quello che è successo in stazione mercoledì scorso con le due ragazzine che si tiravano i capelli e si davano calci e pugni. E più riguardi questi video e più diventa difficile definire il fenomeno come baby gang. O meglio: accanto alle bande di giovanissimi delinquenti, che mettono paura a coetanei, commercianti e a passanti, ci sono compagnie di ragazzi che si divertono solo in un modo: bevendo, urlando, sporcando e picchiandosi per poi fare il filmato con il telefonino. Tutto questo davanti ai poveri residenti. Che non hanno pace.
Il ritrovo della banda di via Leporati è il parco giochi: il parco delle Magnolie, un'area per bambini, anziani e, a fianco, lo spazio per gli amici a quattro zampe. «Ma con la presenza di quella compagnia diventa difficile fare due passi - dice una signora che abita da quelle parti -. Per cui siamo costretti a fare il giro largo per portare fuori i nostri cani». Figuriamoci per bambini con il monopattino, quelli che vogliono salire in altalena o sullo scivolo. E per gli anziani che a un certo punto nelle giornate di sole devono per forza abbandonare le panchine. Il motivo? Territorio occupato.
Proprio come sabato: «Si sentiva la musica alta già dal tardo pomeriggio e poi a un certo punto la compagnia dei ragazzi ha iniziato a urlare - racconta un residente - e dal parco giochi si sono spostati in strada, sotto i condomini. In tutto erano una quindicina, ragazzi tra i 18 e i 20 anni, vestiti di felpe, giubbotti e jeans. Italiani e stranieri: ragazzi con origini nell'est e nel nord Africa. Si sono messi in cerchio e hanno iniziato la lotta e gli altri ridevano e filmavano con il telefonino. E nella lotta, i due che si davano calci e pugni sono finiti per terra e con gli spintoni persino contro una macchina parcheggiata. Si rotolavano per strada e non era una cosa da furbi. E poi finito il tutto, hanno cominciato a lanciare le bottiglie di liquore, quelle che avevano bevuto nel parco, contro il cancello». Poi qualcuno ha chiamato il 113 e la polizia è arrivata immediatamente. «Ma loro in fretta hanno recuperato i loro giubbotti sulle panchine del parco e si sono dileguati - dice ancora il residente -. Comunque la cosa sorprendente è che le urla, le botte e il lancio di bottiglie sembravano un "gioco". Ho notato che quando arrivava una macchina in via Leporati si fermavano, non si picchiavano più, e poi ricominciavano a battersi come fuori di testa». Un divertimento pericoloso e incomprensibile oltre che frutto di un grande e grave disagio. E non è finita qua: «Si perché poi quando se ne vanno via immancabilmente lasciano il segno - dice un altro residente -. Oltre al fatto che preoccupa e lascia stupiti questo modo di divertirsi, quello che dà fastidio a tutti è lo sporco che rimane, nel parco giochi e per strada. Ci sono sempre stati gruppi di stranieri che nel parchetto fanno allenamenti con la boxe. Ma quando finiscono l'allenamento rimane tutto com'era. E invece con questi ragazzi il prato "fiorisce" di immondizia: bottiglie e sporco ovunque. E pensare che ci sono le campane del vetro a pochi metri». Uno sporco e un degrado che sì è in via Leporati, ma ormai è in tutta Parma.
Mara Varoli
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