giovani
Hanno tra i 15 e i 17 anni, sono una ventina e grazie ai corsi di formazione professionale del Ciofs (Centro italiano opere femminili salesiane) stanno cercando di riprendere in mano la propria esistenza.
Parliamo dei ragazzi delle baby gang, un gruppo di adolescenti «randagi» bisognosi di aiuto, ma soprattutto di sentirsi parte attiva di una società che li vede ai margini.
«Qui respiriamo un bel clima - afferma Giulia (nome di fantasia), 16enne dell'Est Europa -. E' un ambiente positivo, che ci aiuta a impegnarci e ad avere degli obiettivi». Parole ribadite anche da altri compagni, in questi giorni impegnati a preparare dei pacchi alimentari da recapitare alle popolazione ucraine attraverso uno dei tanti viaggi di solidarietà in partenza dalla nostra città. «L'idea è nata sui banchi di scuola - spiegano gli studenti -. Quando abbiamo capito quello che stava succedendo in Ucraina ci siamo confrontati con i nostri insegnanti per capire cosa poter fare». Ogni studente ha portato qualcosa (cibo in scatola, indumenti) e i docenti si sono autotassati per comprare altro materiale da inviare nelle zone di guerra.
«E' molto bello impegnarsi per gli altri, è un aiuto a sentirsi meno soli - continuano gli studenti -. Speriamo di poter essere di esempio per altri».
I docenti, tra cui Angela Malandri e Piermichele Pollutri, sottolineano il grande impegno dimostrato dai ragazzi. «C'è chi si occupa delle traduzioni in ucraino, chi impacchetta e chi valuta i tempi di trasporto - affermano -. Attraverso questo gesto di solidarietà gli studenti sperimentano abilità curricolari e sono stimolati a tirare fuori il meglio da loro stessi».
Giulia Iotti è la direttrice del Ciofs. «La nostra formazione - precisa - è rivolta ai ragazzi che hanno voglia di sperimentarsi a livello pratico per ottenere una qualifica professionale. L'obiettivo è quello di sviluppare le loro abilità in modo diverso rispetto alla scuola tradizionale, vivendo esperienze e attività di laboratorio».
Questi corsi rappresentano un'ancora di salvezza per i ragazzi che decidono di abbandonare la scuola. Molti di loro infatti, al termine della formazione riescono a trovare un impiego o a reinserirsi nel mondo scolastico, ritrovando così una normalità perduta, ma soprattutto il senso di una esistenza in salita.
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