Caro carburante
Mai come in questo momento riempire il serbatoio svuota il portafogli e a pagarne le conseguenze non sono solo i privati cittadini, ma le aziende e i lavoratori che hanno nel trasporto - merci e persone - la loro missione. È il caso, a Parma, del Consorzio Radio Taxi che riunisce 78 tassisti e della Tep.
L'azienda di trasporti pubblici di Parma - spiega il presidente Roberto Prada - prevede tre forniture, a seconda della tipologia dei bus circolanti: gasolio (necessari circa 3 milioni e 100 litri all'anno), gas metano (2 milioni di metri cubi annui), ed energia elettrica (un milione e 800 mila chilowatt l'anno). Energia elettrica e metano sono usati prevalentemente per le linee urbane; gasolio, e in subordine metano, per le tratte extraurbane. «Tutte e tre le voci sono esplose nelle ultime settimane - dice Prada - A fine febbraio avrei calcolato in poco più di due milioni le perdite. Al momento sono incalcolabili, vista la quotidiana variabilità dei prezzi».
La difficoltà maggiori sono per il gasolio, che solitamente la Tep compra all'asta a prezzi ribassati rispetto a quelli pagati dal singolo cittadino. «Ma da marzo le aste sono andate deserte per mancanza di offerte e si è andati a trattative con privati con prezzi simili a quelli praticati nelle normali pompe. E con una manovra di speculazione indegna» spiega Prada.
E se per quanto riguarda il gas metano, «la Tep al momento non ha problemi con gli attuali fornitori», è però vero che, a livello nazionale, fa notare ancora il presidente dell'azienda pubblica di trasporti, «decine di operatori di gas non onorano i contratti». E questo a dispetto del fatto che non c'è per ora carenza di materia prima.
Il problema è un altro: le garanzie bancarie che operatori non solidissimi devono dare e che si sono triplicate, quando non quadruplicate, portando a dichiarare il default. Su 660 fornitori di gas a livello nazionale, questa è stata la scelta - obbligata - di qualche decina di aziende.
Neppure per l'energia elettrica, continua Prada, alla Tep ci sono problemi, «mentre in altre parti d'Italia gli operatori hanno già comunicato alle aziende i distacchi momentanei di corrente, di cui occorre informare con 48 ore di anticipo».
Nonostante un quadro tutt'altro che roseo - e un andamento della guerra che non lascia sperare in una soluzione a breve termine - Prada sostiene che «alla Tep abbiamo le spalle larghe e possiamo reggere all'impennata dei prezzi. Anche perché il carburante incide sul complesso dei costi aziendali per il 10%».
Inoltre come per le grandi banche («too big to fail», troppo grandi per fallire, per dirla con gli americani), il trasporto su gomma in Italia è un settore così ampio, strategico e rilevante che non ci possono non essere interventi pubblici. «Contiamo che il governo interverrà per bloccare le speculazioni e fissare prezzi massimi di vendita. Si stanno muovendo anche le associazioni di categoria, trasportatori di merce e anche industrie, perché vengano prese decisioni di sostegno ai vari settori», dice Prada.
Una cosa per ora sembra certa: non sono all'orizzonte ritocchi del costo dei biglietti, che vanno prima deliberati, e che «sarebbero scarsamente presentabili all'opinione pubblica. Senza contare che più del 50% del nostro fatturato viene dagli abbonamenti, stipulati a inizio anno, e che chi usa il trasporto pubblico paga circa un terzo dei costi, mentre i due terzi vengono da contributi pubblici».
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata