Intervista
Con Parma e l'Emilia ha un legame speciale, fin da quando, bambino, venne in collegio a Reggio per apprendere la lettura in Braille. Antica terra di tradizioni, nuova patria di incontri, da Pavarotti a Zucchero, che incresparono d'energie il mare calmo della sera. Anche per questo, per Andrea Bocelli - il cantante da più di 85 milioni di dischi venduti in carriera e la luce di una stella sulla Walk of Fame - il concerto a Parma del 7 luglio al Parco Ducale è ben più di in concerto.
Il suo tour estivo (in Italia e all’estero) farà una tappa da noi, all'interno del cartellone di «Parma Cittàdella Musica». Quali emozioni, energie si mettono in moto?
«L’emozione è grande, perché grande è l’amore che porto per Parma e grandissima è la cultura e la tradizione che lega questa terra all’opera, alla sua storia, ai suoi sommi autori ed interpreti. La “piccola capitale” è un’isola felice per chiunque ami la musica, è un luogo dove un artista sa che può contare su un pubblico competente ed attento che sa apprezzare la qualità e riconoscere le eventuali défaillance. Tengo particolarmente a questo concerto e darò tutto me stesso. In un certo senso, “in tour” sono da un quarto di secolo, ad esclusione della sosta forzata legata all’emergenza sanitaria. Il concerto di “Parma Cittàdella Musica” però non riesco a concepirlo come una tappa, seppure di prestigio, all’interno di una serie di esibizioni. Rappresenta un unicum: perché sarò in Italia, perché sarò “a casa”, in una città che amo e in un territorio in cui, a pochi chilometri da Parma, ho trascorso anni cruciali della mia infanzia. Perché sarò nella patria di Verdi e di Toscanini».
Infatti, scelse il Teatro Regio per il concerto di Natale in streaming mondiale nel 2020 cui partecipò Virginia, sua figlia. Quali ricordi ha?
«Per musicisti e musicofili il Regio è un santuario laico. Quel concerto è stato un piccolo miracolo… Non spetta a me avanzare valutazioni artistiche: mi riferisco proprio alla gioia che ho provato cantando, al clima di intimità, all’allegria che si percepiva nel team artistico ed anche tecnico, in tutti coloro che hanno reso possibile quella scommessa. Il Regio, in sé, è stato forse il più grande protagonista di quell’evento, ed è stato e resta un grande onore per me aver fatto risuonare la mia voce al suo interno. Quanto alla piccola Virginia, il regalo che mi ha fatto, cantando in quell’occasione per la prima volta, insieme, ha moltiplicato l’emozione. Motivo ulteriore per essere grato a questa città, che sono felice di tornare a omaggiare nel cuore della prossima – e ormai imminente - estate».
Non sveliamo nulla, se diciamo che in città ha amici di lungo corso, a partire dal soprano Paola Sanguinetti.
«Non credo di poter essere tacciato di piaggeria se rilevo che, proprio in ragione del carattere e dell’accoglienza degli emiliani, è facile che, a queste latitudini, rapporti professionali poi maturino e sfocino in amicizie che il tempo non è in grado di scalfire. Paola è una grande artista e una cara amica, mia e della mia famiglia. Abbiamo cantato insieme in tutti i continenti… Probabilmente, a contarli, saranno oltre cento concerti. Il nostro è un sodalizio che dura dal principio della mia carriera concertistica, dunque da un quarto di secolo. Abbiamo condiviso tanta musica e momenti importanti dal punto di vista artistico ed umano».
La musica ama la pace, chiede la pace. Lei qualche settimana fa, ha cantato per la pace, in Francia, su invito di padre Fortunato. Come vive questa fase storica, non solo da artista ma anche da padre di tre figli.
«Ogni guerra è una sconfitta per tutti. Non esiste nulla di peggio nella vita. Sono preoccupato e frustrato al pensiero di chi sta vivendo un momento così drammatico in prima persona. Spero e prego che prevalga la ragione. Da uomo di fede, mi affido alla bontà del nostro Creatore, affinché illumini coloro che possono fermare questa e tutte le guerre che purtroppo ancora generano inutilmente dolore nel mondo. Ogni litigio è sempre frutto di vanità, orgoglio, tracotanza, ed altro non è se non un incidente intellettuale. Il suo esatto contrario è la pace. Pace e armonia che sono quanto di più conveniente e logico cui mirare, che esprimono la forma più alta di intelligenza che l’uomo può raggiungere. Ahinoi, quella del superamento dello stato del conflitto è una lezione che l’uomo fa fatica ad imparare. Nonostante ciò, continuo caparbiamente ad avere fiducia nell’essere umano, nella sua intelligenza e nella sua capacità di saper optare, al momento giusto, per il bene. Essere ottimisti credo sia un dovere morale, oggi più che mai».
Che papà è Andrea Bocelli?
«Esigente e affettuoso. Sono stato e cerco di essere ancora un babbo presente, nonostante il tempo che trascorro con i miei figli spesso sia meno di quanto vorrei. Lo penso e lo ripeto dal giorno in cui è nato il mio primogenito: i figli sono la mia priorità assoluta. Hanno influito fortemente su di me, sul mio modo di concepire la vita e gli affetti, persino sul mio approccio di interprete. La paternità mi ha indotto a esercitare la severità innanzitutto verso me stesso, per permettermi poi di essere severo nei loro confronti: un dolce peso che ogni padre sopporta per il bene dei propri figli. Ho sempre cercato di trasmettere ai miei ragazzi i valori in cui credo, non con i consigli ma attraverso l’esempio. E tale convinzione, tale linea, etica e concreta, ha aiutato anche me a diventare una persona migliore».
Per concludere, quali brani non potranno mancare dalla scaletta di Parma?
«Com’è noto, nel repertorio che propongo, il mio desiderio è rintracciare il comune denominatore della bellezza, sia che si trovi in una pagina classica sia in una romanza popolare o in una canzone. Certamente in scaletta saranno presenti alcune perle liriche, nella volontà di omaggiare, in tutta umiltà, la straordinaria tradizione che la città vanta da secoli. Quanto al messaggio, vorrei salutare tutti coloro che hanno mostrato interesse negli anni per la mia persona, e che continuano a farlo, anche leggendo questa intervista. Vorrei ringraziare chi deciderà di donare un po’ del suo tempo, per questo appuntamento musicale cui tengo e che attendo. Do loro appuntamento per il 7 luglio, per vivere insieme – se il buon Dio lo vorrà - una serata gioiosa, dedicata alla bellezza della grande musica».
Mara Pedrabissi
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata