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L'intervista

La ct dell'Italdonne Bertolini: «Che bello essere al Tardini. Contro la Lituania una gara da vincere»

La ct dell'Italdonne Bertolini: «Che bello essere al Tardini. Contro la Lituania una gara da vincere»

di Vittorio Rotolo

08 Aprile 2022, 03:01

Imperativo numero uno: niente distrazioni. La Nazionale italiana femminile affronta al Tardini (calcio d'inizio ore 19) la Lituania, in una tappa cruciale per la qualificazione al Mondiale. Milena Bertolini, ct azzurra, non pensa affatto alla gara di martedì contro la Svizzera, capolista del girone. «Questo appartiene al mio modo di pensare: la partita più importante è quella che arriva e, nel caso specifico, il nostro avversario si chiama Lituania» chiarisce subito Bertolini, alla vigilia. «In palio ci sono sempre tre punti. E se vogliamo andare al Mondiale, dobbiamo vincerle tutte».

Quanto sarebbe importante partecipare al Mondiale, per la seconda volta consecutiva?

«Per il nostro movimento, direi che è fondamentale, specie se incanaliamo questo obiettivo in un discorso più ampio, legato alla crescita dei numeri di chi oggi pratica questa disciplina. Se vogliamo proseguire in questo percorso e fare anche un ulteriore passo in avanti nella percezione collettiva del calcio femminile in Italia, c'è bisogno di continuità. E questa possiamo ricavarla dalla seconda partecipazione di fila al Mondiale o da quella al Campionato europeo».

Che effetto le fa essere a Parma?

«Ci fa molto piacere: questa è una città che ha una grandissima tradizione calcistica, al punto da suscitare in me una certa meraviglia nel pensare che lo stadio Tardini ospita per la prima volta la Nazionale italiana femminile».

Per quanto riguarda il gruppo, sono tutte a disposizione le sue giocatrici?

«Sì, anche se qualcuna è in fase di recupero. Mi riferisco in particolare a Serturini, che si è negativizzata ma ha bisogno di tempo per ristabilirsi completamente, essendo stata dieci giorni chiusa in casa- Anche Lenzini ha smaltito l'attacco influenzale e ha ripreso ad allenarsi. Per questo raduno, invece che le solite 23 giocatrici, ne ho convocate 26, proprio per far fronte ad eventuali situazioni che possono capitare».

L'Under 19 femminile azzurra ha dato spettacolo, nell'ultima partita giocata. Cosa significa?

«Credo che queste ragazze stiano beneficiando della progettualità che la Federazione ha avviato nel 2015, investendo in termini di idee e risorse. Hanno talento e, a mio avviso, sono vicine a compiere il grande salto».

Però è necessario che giochino, queste giovani...

«È proprio così. Bisogna avere il coraggio di lanciarle, anche in prima squadra. Molte di loro sono già pronte, anche se per il momento hanno la possibilità di esprimersi solo nel campionato Primavera. Piuttosto che ingaggiare straniere di terza e quarta fascia, sarebbe meglio dare più fiducia alle nostre giovani».

Se si alza l'asticella dello spettacolo, crescerà anche la visibilità, non crede?

«Indubbiamente sì. La visibilità è lievitata nel 2019, dopo il Mondiale. L'auspicio è che gli italiani e le italiane possano avvicinarsi al calcio femminile: scoprendo questo mondo, sono sicura che se ne innamoreranno. Noi proviamo ad avvicinarli, con il bel gioco e i risultati».

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