Giochi da tavolo
Il succo del gioco sarebbe molto semplice. Si pesca una carta dal mazzo, si seguono le istruzioni riportate sulla stessa carta e, alla fine, vince chi arriva a conquistarne cinque. Regole facili facili, se non fosse che sono difficili da seguire per le troppe risate. Sì perché «Nàdor» non è un semplice gioco di carte, ma un concentrato di sorrisi alla parmigiana. E non poteva essere altrimenti visto che ad idearlo sono stati i ragazzi terribili di «Io parlo parmigiano», assieme al super esperto di giochi Simone Terenziani, deus ex machina dell'associazione «Comelasfoglia». Al loro fianco, una volta ideato e provato il tutto, è arrivata infine Demoela, casa editrice ligure specializzata in giochi «regionali», e così è nato «Nàdor, il gioco della parole in dialetto».
«L'idea ci è venuta con Simone Terenziani nell'aprile del 2020, proprio quando stava per iniziare il lockdown - racconta Rico di «Io parlo parmigiano» - Per un anno ci abbiamo lavorato, abbiamo scelto i termini, abbiamo compilato le spiegazioni e poi l'abbiamo provato con l'aiuto di un po' di amici. Alla fine abbiamo capito che poteva andare». La pennellata finale sono stati poi i disegni di Miguel Guercio e, a dicembre scorso, la prova generale con le prime copie stampate andate subito a ruba. Ora il vero e proprio lancio.
«Perché funziona questo gioco? Perché è semplice, immediato e allo stesso modo originale - aggiunge Simone Terenziani, game designer di Nàdor - È adatto a chi ama i giochi con le carte, ma anche a chi ne è a digiuno, alla prima esperienza». Partite di una una ventina di minuti in tutto dove, spiega ancora Rico, «oltre a divertirsi, c'è il sottile piacere tutto parmigiano di poter gettare sul tavolo, che so, una carta “anolén”, piuttosto che “formàj” o “al pìt”. E poi c'è lui, il “nàdor”, la carta che obbliga il giocatore ad inventare una regola nuova e, alla fine, sbaragliare gli avversari». E come non citare la carta “galén'na”, “pistaróla” o “äzon”, tutte con uno stratagemma per far ridere, in dialetto e non. «Perché non c'è niente di più bello, adesso che si sta lentamente tornando alla normalità, che ritrovarsi a giocare con gli amici», spiega Simone Terenziani che dal 2008 porta avanti la filosofia del giocare assieme con la sua associazione “Comelasfoglia”. Ma c'è di più, spiega sempre Simone, perché «tanti, durante il lockdown, hanno scoperto che non c'è solo la televisione o il telefonino per passare una serata divertente e questi giochi stanno così vivendo una nuova fortunata stagione. Si sono rivitalizzati e, in questo caso, c'è anche un bell'oggetto curato e molto originale». E l'idea di Rico, Baroz e Simone ha colpito nel segno. «Le prenotazioni sono già tantissime - sorride Rico - Questo ci fa molto piacere anche perché, sul mercato, ora c'è anche Scantanàdor. Ma i due giochi non si sono “cannibalizzati” fra loro, anzi molti parmigiani li stanno comprando assieme sia in libreria che sul nostro sito internet ioparloparmigiano.com».
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