TRIBUNALE
Una tentazione irresistibile, quel bracciale e quel lingottino d'oro. Soprattutto se hai bisogno di incassare subito soldi per comprarti la dose. Compagni di vita, oltre che di sballo, si erano presentati in un negozio di compro oro con i preziosi della madre di lei incassando 1.230 euro. Ma pochi giorni dopo dal commerciante erano arrivati i carabinieri a sequestrare la merce. E per i due venditori, ieri, è arrivata la condanna: 2 anni e 1 mese per lui, 52enne, origini siciliane, ma da tempo residente nel Parmense, e 6 mesi per lei, 47enne parmigiana. Pene in linea con quanto richiesto dal pm Marirosa Parlangeli. Lui era accusato di ricettazione e truffa, mentre a lei è stato possibile contestare solo la truffa, per l'assenza di querela.
I due erano entrati nel negozio nel pomeriggio del 12 gennaio 2018 mettendo sul banco i due preziosi. Un minimo di contrattazione, e si erano accordati con il rivenditore. Il commerciante non aveva avuto alcun sospetto. Il giorno successivo, però, era stato chiamato dal 52enne che gli aveva detto di aver cambiato idea: voleva riavere il bracciale e il lingottino perché aveva deciso di tenerli con sé. In realtà, come si saprà poi, la madre della donna si era accorta che i preziosi erano spariti e forse aveva anche già le idee chiare sui responsabili.
In ogni caso, sembrava che l'uomo avesse fretta di riavere i gioielli. Ma, nonostante gli accordi, il 52enne aveva disertato sia il primo che il secondo appuntamento. Il 15 gennaio, al telefono, aveva tentato di prendere ancora tempo, nonostante il commerciante avesse chiarito ancora una volta che non poteva tenere «sospesa» a lungo la vendita degli oggetti. Ma tre giorni dopo in negozio si erano fatti avanti i carabinieri dicendogli ciò che forse già sospettava: il bracciale e il lingottino erano stati rubati. E andavano restituiti.
r.c.
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