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Il militare ucraino ferito sarà presto operato

Il militare ucraino ferito sarà presto operato

di Roberto Longoni

12 Maggio 2022, 03:01

L’ultima volta si erano visti nel 2004, in Ucraina. Si sono ritrovati ieri, alle 2,30 di notte, all’ingresso del Pronto soccorso del Maggiore: Sergeii Chernoval, appena sceso dall’ambulanza sulla quale ha attraversato l’Europa con la moglie Alona, e Volodymir Danylyuk, tecnico informatico del Maggiore. È stato lui, l’amico ritrovato via Facebook due anni fa, a dare il via all’operazione di soccorso dell’avvocato (ex colonnello di polizia) entrato nella Difesa territoriale lo stesso 24 febbraio. Tre giorni sul fronte urbano della sua Kharkiv, e Chernoval è stato ferito da una raffica dei russi. È il primo militare ucraino portato nella nostra regione per essere curato. Danylyuk lo aveva contattato per sapere come stesse, e Sergeii ha risposto di avere un omero frantumato e due proiettili conficcati accanto alla colonna vertebrale, dopo che uno gli aveva trapassato un polmone. Ha aggiunto di essere stato dimesso. In Ucraina non si poteva più fargli nulla: troppo delicati gli interventi ai quali avrebbe dovuto sottoporsi. «Non si poteva lasciarlo così: ho chiesto aiuto» racconta Danylyuk.

Ha trovato porte aperte. «Non è stato facile né dal punto di vista organizzativo né lo sarà da quello clinico - sottolinea Enrico Brianti, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero-universitaria -, ma siamo soddisfatti di esserci impegnati con le nostre eccellenze. Per curare al meglio il ferito serve un’équipe integrata e multidisciplinare, e massima è stata la disponibilità di tutti i reparti interessati. Così come del mondo del volontariato». Chernoval, ricoverato in Chirurgia d’urgenza, è stato visitato da Enrico Vaienti, direttore della Clinica di ortopedia, e da Paolo Carbognani, direttore della Clinica di chirurgia toracica. Entrambi attendono l’esito degli esami previsti in queste ore, a partire dalla Tac. Ma lasciano trapelare ottimismo. «I proiettili sono nei tessuti molli extrapolmonari - spiega Carbognani -. Se non subentrano complicazioni particolari, li estrarremo, magari durante l’intervento all’omero». Ora, più delicate appaiono le condizioni del braccio di Chernoval che, se l’infezione non fosse stata curata bene in Ucraina, avrebbe rischiato l’amputazione temuta all'inizio. «Le lesioni - dice Vaienti - sono molto gravi. Necessario l’intervento: siamo in presenza di una frantumazione, e si dovrà togliere l’osso “cattivo” e sostituirlo».

Multidisciplinare dal punto di vista medico, il soccorso di Chernoval è di squadra anche per la logistica, che riguarda il Seirs e la Caritas (per l’ospitalità della moglie del ferito). La Croce gialla si è detta subito pronta a trasportare il paziente, sapendo di poter contare su Cesare Beghi: un viaggio così lungo (in tempi inversamente proporzionali) era impensabile senza un medico esperto. «E io ho accettato - commenta lui - sapendo che il Seirs avrebbe garantito il migliore supporto». Beghi, cardiologo al Maggiore dal 1988 al 2011 (e, prima della pensione nel 2021, professore di Cardiochirurgia all’Università di Varese), ha indossato la tuta dei volontari dell’ex centro stampa della Gazzetta. Un veterano delle missioni internazionali: per il Ministero degli esteri e l’Oms si è impegnato in Africa (dove è anche stato capospedizione medico di Overland 2010) e in Sudamerica, con l’Università dell’Insubria ha guidato progetti in Nepal e Iran. In Kosovo, ha fatto formazione medica ai carabinieri della base Nato di Pristina. In questa missione, prima di prestarsi come volontario, ha contattato l’ambasciatore Pierfranco Zazo («conosciuto ai tempi di Overland»), il console onorario italiano a Odessa Attilio Mallioni e Yurii Klapchuk, direttore del distretto militare di Kharkiv. Sembrava che, nonostante i suoi sforzi e quelli della Direzione sanitaria dell’Azienda ospedaliero-universitaria non si potesse far uscire Sergeii dall'Ucraina. Solo dopo l'intervento del viceministro della Salute di Kiev, il Seirs ha potuto accendere i motori. Guarito dalla burocrazia, ora Chernoval può essere curato.

Roberto Longoni

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