Langhirano
Langhirano Ridotta a poco più di un rottame dopo il frontale con un muretto a Parma, l'auto gli venne pure sequestrata. Rimetterla in strada, oltre che difficile, a quel punto era anche vietato. Così come, per il proprietario, un marocchino del 1988, mettere sé stesso al volante: in seguito allo schianto, la patente gli era stata ritirata dalla Polizia municipale parmigiana. Pare che quella sera l'uomo avesse alzato il gomito. Di quanto non si può dire, visto il suo rifiuto a soffiare nell'etilometro dei vigili. Ma trattenere il fiato non gli bastò a trattenere auto e patente.
Doppiamente appiedato per guida in stato d'ebbrezza, l'uomo venne nominato custode del veicolo sottoposto a sequestro. Era il febbraio del 2015: la vecchia Golf fu portata nel cortile. Da dove non si sarebbe più dovuta muovere, almeno fino a quando non le fossero tolti i sigilli. Così fu solo in apparenza, perché nei fatti l'auto prese a poco a poco il largo. Non sulle proprie ruote (ammesso fosse in grado di viaggiare), ma portata via un pezzo alla volta. Oggi l'impianto elettrico, domani il cambio e poi le frecce, gli ammortizzatori e i mozzi delle ruote... Visto che non veniva dissequestrata dall'autorità, fu il proprietario a farlo: a rate, smontandola e rivendendola ai connazionali con i quali le andava accanto. Fino a quando non fu scoperto dai carabinieri di Langhirano. Ieri, il processo. Il giudice Giuseppe Monaco ha condannato «l'autorottamatore» a dieci mesi e una multa di 100 euro, dopo che il pm Rino a carico del 34enne aveva chiesto un anno e 200 euro di multa.
rob.lon.
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