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Tribunale

Due giovani sull'auto rubata: una condannata, l'altra no

Due giovani sull'auto rubata: una condannata, l'altra no

04 Giugno 2022, 03:01

Scomparsa a Costa di Rovigo, l'Opel Zafira riapparve a Parma qualche giorno dopo. A bordo, due giovani rom, dopo che - con ogni probabilità - il furto era stato messo a segno da un serbo ai domiciliari. Entrambe le donne sono finite alla sbarra, accusate di ricettazione. Viaggiavano insieme, ma al momento della sentenza le loro strade si sono separate. Una è stata condannata, l'altra, che si è difesa dicendo di aver solo chiesto un passaggio per andare a fare la spesa, è stata assolta per non aver commesso il fatto (ma con formula dubitativa).

Come sia arrivata nella nostra zona la vecchia Opel non si sa. E nemmeno è certa la sorte del presunto ladro. Di certo c'è il momento del furto: dell'auto con tanto di chiave inserita nel quadro. A lasciarcela era stato il proprietario, allora 64enne. Mai avrebbe pensato di restare appiedato nel cortile del casolare di famiglia. C'era arrivato poco dopo le 18 del 24 agosto 2019, dopo che il figlio aveva lasciato vuoto l'appartamento al primo piano. Solo il piano terreno dell'edificio era abitato. Forzatamente, si potrebbe dire, dato che l'inquilino, un serbo allora 53enne, vi si trovava ai domiciliari.

Affittuario e padrone di casa (oltre che della Zafira) chiacchierarono del più e del meno attraverso l'ingresso aperto, fino a quando il primo non chiese all'altro di dare un'occhiata al piano di sopra, dove le finestre aperte sbattevano per il vento e lasciavano entrare la pioggia. Il 64enne fece appena in tempo a salire le scale che sentì un motore accendersi e l'Opel sgommare via. Il proprietario non fu nemmeno in grado di riferire ai carabinieri della locale stazione, chiamati quasi in diretta, quale via di fuga avesse imboccato l'auto. Disse solo che, sceso di corsa, non aveva più trovato nemmeno l'inquilino (la cui moglie sembra si fosse allontanata già da qualche giorno). Le ricerche scattarono subito, ma sia la Opel grigia che il presunto ladro, fuggito con indosso bermuda scuri e camicia blu, con la scritta «Granchio» sul petto, un paio di ciabatte ai piedi e alla caviglia il braccialetto elettronico. Congegno del quale deve essersi sbarazzato in fretta, perché la caccia all'uomo fu vana.

L'auto, invece, come si è detto ricomparve il 29 a Parma. A fermarla, una pattuglia della Stradale. I poliziotti ebbero dei dubbi anche sui documenti delle giovani a bordo (23 anni una, 25 l'altra). Ma i documenti erano validi. Così come quelli della Zafira, dai quali era evidente che l'auto fosse rubata: entrambe furono indagate per corruzione. Ma era difficile contestare alla 25enne passeggera di essere coinvolta nella ricettazione. Così, già il pm Rino Massari ha chiesto per lei l'assoluzione, mentre per l'altra due anni di reclusione e 600 euro di multa. Richieste condivise e applicate dal giudice Giuseppe Monaco. Nel frattempo, però, la giovane assolta è finita in carcere a Firenze per un'altra vicenda.

Roberto Longoni

© Riproduzione riservata

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