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Storie di un altro calcio

Luca Estasi: "A Modena giocavo con Toni"

Luca Estasi: "A Modena giocavo con Toni"

di Remo Gandolfi

04 Giugno 2022, 03:01

Luca Estasi era un talento. Su questo nessuno di coloro che lo hanno visto in azione ha un solo dubbio. Una carriera sul trampolino di lancio nelle giovanili del Modena, giocando insieme ad un signore di nome Luca Toni e con un futuro atteso ad alti livelli. Poi il destino si è mezzo di mezzo ma questo non ha impedito al figlio dell’indimenticato Claudio Estasi di togliersi delle eccellenti soddisfazioni.

«Siamo una famiglia di sportivi - racconta Luca - Da mio nonno Bruno, nazionale di pallavolo negli anni ’50, mio zio, il Prof. Paolo Laurenti, eccellente calciatore e allenatore. E poi mio padre. Devo a lui la passione incondizionata per questo meraviglioso sport. Non solo mi ha insegnato a controllare un pallone, a passarlo e a tirare in porta. Ha fatto molto di più. Mi ha trasmesso fin da piccolo i valori fondamentali per praticare sport: rispetto, umiltà e l’importanza del lavoro e dei sacrifici per crescere e raggiungere gli obiettivi massimi a cui poter ambire. Lui ha giocato a calcio fino alla serie D con il Felino e poi ha allenato per quasi cinquant’anni anche se a lui la parola “allenare” non piaceva del tutto perché lui era innanzitutto un “educatore”, interessato innanzitutto a trasmettere passione e valori ai suoi ragazzi. Di lui, chiunque lo abbia incontrato, ricorda una massima che lo ha accompagnato per tutti questi anni “Ragass, par zugär al balon ag vol ad la marüga!”».

Quando hai iniziato a giocare a calcio “ufficialmente”?

Ho iniziato da piccolissimo nella Mercury. Avevo solo cinque anni e mio padre era uno degli allenatori della società. I miei primi maestri dopo mio padre sono stati Galliano Guareschi, Stefano Andreoli e Paolo Boccaccia, di cui conservo un ricordo bellissimo».

Quando hai capito che avevi qualcosa in più della media?

«Intorno ai 10-11 anni ho iniziato a giocare prima con la Rappresentativa Provinciale di Mister Del Grosso e poco dopo in quella Regionale. Lì ho capito che con il mio baricentro basso e la mia tecnica potevo fare qualcosa di importante.

Poi arrivano le giovanili del Modena. In attacco facevi coppia con un “certo” Luca Toni».

Cosa ricordi di quel periodo?

«Nel 1991/92 arriva la chiamata del Modena. Campionato Allievi Nazionali. Due stagioni da capitano e poi il passaggio con la Beretti nazionale. Sembra tutto perfetto. Vengo addirittura inserito nella rosa della prima squadra per il campionato di Serie B quando arriva il primo infortunio grave della mia carriera. Mi proposero di andare in Serie D a “farmi le ossa” all’Akragas ma alla fine non se ne fece nulla. Quegli anni li ricordo come fondamentali nella mia formazione sia dal punto di vista calcistico sia in quello prettamente umano. Allenatori come Sauro Frutti e Mauro Melotti e poi l’amicizia con Toni! Eravamo compagni in attacco e anche di camera durante i ritiri. Grande attaccante e ragazzo squisito per la sua semplicità e spontaneità».

Dal Modena al calcio dilettantistico. Ci vuoi raccontare le tappe principali?

«Dopo gli anni al Modena, l’infortunio sopra citato e il fallimento della società c’è l’approdo nel calcio dilettantistico. Il diesse dello Sporting Club S.Ilario Mauro Iasoni mi preleva dalla Castelnovese (Promozione) dove avevo fatto la preparazione. A Sant’Ilario vinciamo subito il campionato di Promozione e l’anno successivo ci salviamo in Eccellenza. In quegli anni arriva la mia trasformazione da “rifinitore” a punta centrale e inizio a segnare come non avevo mai fatto prima!. Poi Berceto (il mio paese!), Marzolara, Valparma, Audace (allenatore-giocatore) e poi Cervarese».

C’è una partita in particolare che è rimasta scolpita nella tua memoria?

«E’ la stagione ‘95/’96, la mia prima allo Sporting. Si gioca Monticelli-Sporting, prima e seconda in classifica. Vinciamo 2-1 e io segno il gol decisivo ... da oltre metà campo! ... e non sarà neppure l’ultimo in carriera da quella distanza».

C’è un compagno che ricordi con particolare affetto?

«Qui non ho dubbi. Il mio amico Andrea Ferrari, storico capitano e autentica “bandiera” del Berceto al quale sono legato da anni e che ora è il mio preziosissimo “vice”».

Chi è stato l’avversario più ostico che hai incontrato?

«Marcatori duri e coriacei ne ho incontrati tanti. Federici del Sala, Tedesco della Valtarese e Riva del Monticelli rimangono i tre che ricordo maggiormente».

Durante la tua carriera c’è stato un aneddoto o un episodio particolare che vuoi raccontare?

«Sempre Sant’Ilario, l’anno della Promozione. E’ venerdì sera e sotto un diluvio al termine dell’allenamento rimaniamo io, il mister Lanzi e il povero Gino Carra, il portiere che imprecava tutti i santi del Paradiso. Dovevamo affrontare la sfida decisiva con il Monticelli di mister Caroni che teneva la linea difensiva altissima e il portiere spesso molto fuori dai pali. Provammo e riprovammo dei tiri da metà campo sotto una pioggia incessante. La domenica vincemmo la partita proprio con il mio gol da metà campo raccontato prima».

Tecnicamente eri un calciatore davvero fortissimo. Quanto hanno inciso nella tua carriera i tanti infortuni?

«Sono stati tanti e hanno inciso purtroppo parecchio. Il mio modo di giocare difendendo la palla con il corpo e il mio fisico massiccio non mi hanno certo aiutato da questo punto di vista».

La passione per il calcio non si è mai esaurita. Luca Estasi oggi è un ottimo allenatore di categoria. Vuoi raccontarci il tuo “presente”?

«Sono venticinque anni che alleno e non ho certo intenzione di smettere! Ora sono al “Terre Alte di Berceto” in Seconda Categoria ... con la speranza di salire quanto prima di categoria».

Infine ti chiediamo di compilare la formazione ideale dei calciatori con i quali hai giocato.

«Qui proprio non posso citare solo undici calciatori! Qualche alternativa devo davvero metterla! Portieri: Gino Cervi e Gino Carra. Difensori: Andrea Ferrari, Alberto Setti, Danilo Pioli, Nicola Barbieri, Lorenzo Benassi. Centrocampisti: Stefano Cervi, Achille Iasoni, Mario Calzi, Achille Setti.

Attaccanti: Antonio Turrà, Andrea Capelli, Rafaele Marconi, Stefano Iappini, Andrea Bonani».

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