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Sostenibilità

Ricerca e agricoltura «rigenerativa»: Davines porta in Europa il Rodale Institute

Ricerca e agricoltura «rigenerativa»: Davines porta in Europa il Rodale Institute

di Andrea Violi

08 Giugno 2022, 03:01

Davines investe sulla ricerca scientifica con l'obiettivo di selezionare nuove materie prime naturali per il settore cosmetico. E lo fa attraverso l'agricoltura «organica e rigenerativa» assieme al Rodale Institute: la Davines ospita la prima sede europea dell'organizzazione statunitense nata 80 anni fa, pioniera del movimento che propugna un'agricoltura naturale e sostenibile. La strada è tracciata e l'azienda parmigiana punta a coinvolgere nel tempo altri settori (dagli agricoltori alle industrie alimentari, alla moda).

A Parma nasce quindi il primo «Rodale Institute European Regenerative Organic Center» (Eroc). Il presidente del gruppo Davines Davide Bollati ha guidato ieri la presentazione del progetto con diversi manager e, in video-collegamento dagli Stati Uniti, il ceo del Rodale Institute Jeff Moyer.

Bollati sottolinea l'impegno di Davines su un modo di fare economia che si coniughi con l'ecologia. Con una strategia che renda misurabili impegno e risultati. L'agricoltura organica e rigenerativa porta con sé benefici collaterali sull'energia, sulla biodiversità e la qualità dei prodotti. «L'obiettivo è avere un centinaio di materie prime nuove in dieci anni», dice Bollati, che aggiunge: l'innovazione nel settore dei cosmetici non passa attraverso ingredienti «miracolosi» ma da formule complesse e un approccio olistico.

L'investimento iniziale ammonta a 2 milioni di euro, con 15 ettari di terreni dedicati agli studi scientifici e un team di quattro ricercatori. Con un totale di 150mila metri quadrati, quindi, oggi il Rodale Institute a Parma - puntualizza Bollati - è più grande dello stesso Davines Village, ampio 80mila metri quadrati (contando l'ampliamento all'ex Morris acquisita di recente si arriva a 120mila metri quadrati).

Un altro «capitolo» del progetto prevede lo sviluppo di impianti per l'energia solare. «Agrivoltaico» per il quale sarà costituito un gruppo di lavoro ad hoc. Anche il dialogo con Enel è già partito.

I principi dell'agricoltura organica e rigenerativa? Diversificazione e rotazione delle colture, un uso del nuovo non invasivo, niente pesticidi; fertilizzanti naturali anziché chimici. Un'agricoltura insomma più legata alle origini e meno intensiva. Uno degli obiettivi di Davines e Rodale Institute è estendere il progetto ad altri partner, non soltanto a Parma. Bollati e i suoi manager ne hanno parlato con l'Upi; proseguono i contatti con associazioni agricole e aziende.

«Siamo un'istituzione globale e con Davines abbiamo creato il nostro primo centro di ricerca internazionale: ne siamo molto entusiasti», sottolinea Jeff Moyer. Oggi il clima è meno prevedibile che in passato e aumentano i problemi: per questo la produzione agricola deve cambiare. Moyer ricorda che l'Onu ha già dichiarato che entro 50-60 anni i sistemi produttivi convenzionali non reggeranno. «I sistemi organici e rigenerativi sono un modello per il futuro».

Moyer racconta che la collaborazione con Parma è partita quando Bollati «è venuto da noi chiedendo aiuto per creare cosmetici organici e rigenerativi». Con un partner come Davines «possiamo veramente cambiare l'impatto del lavoro che stiamo facendo». Entrambi concordavano sull'opportunità di creare un centro europeo del Rodale Institute e la collaborazione è cresciuta rapidamente. «È una grande opportunità, è un programma entusiasmante e siamo riconoscenti a Davines» per il suo ruolo trainante nel progetto. Un rapporto cresciuto in modo organico - aggiunge Bollati - partendo da Davines North America.

«Purtroppo non sono ancora riuscito a venire in Italia e visitare il Davines Village a Parma ma ho visto che è un posto fantastico», precisa Moyer. «L'agricoltura organica e rigenerativa è il viaggio, non la destinazione - dice ancora -. Per questo collaboriamo con gli agricoltori e con partner come Davines per insegnare agli imprenditori a capire meglio gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ho incontrato molti agricoltori in giro per il mondo e nessuno di loro si alza al mattino pensando di voler distruggere il suolo. Ma la loro attenzione è concentrata sulla produttività ed è difficile arrivare a una transizione. Dobbiamo cambiare il modello».

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