Il caso
Parlando con lui, i clienti dimenticavano che fosse il loro consulente finanziario: lo vedevano come uno di famiglia, al quale consegnare somme da investire senza chiedere chissà quale documento in cambio. Pare che la cosa fosse reciproca. Anche il broker sarebbe stato vittima di dimenticanze relative al denaro a lui affidato. «Amnesie» consapevoli in un primo tempo, come anche un giudice sostiene, che l'avrebbero portato a intascarsi quei soldi non suoi. Ma se per allora si può ipotizzare una strategia, per la quale scattò anche la sospensione della Consob, ora ci si trova di fronte a un reale vuoto di memoria. Colpito da un ictus, il consulente non ricorda davvero più.
Difficile anche dire quanti siano i soldi scomparsi. Quanti saranno i parmigiani (e magari non solo) traditi da quell'«amico» elegante, amante del lusso e dei viaggi, a sua volta tradito dalla vita. L'avvocato Giovanni Franchi, presidente di Konsumer Parma, ne assiste sei. Tra loro, una coppia che nel corso degli anni mise in mano al broker 248mila euro. Sempre con assegni, in parte intestati a banche d'affari, in parte a lui stesso. Una donna, invece, gli affidò 80mila euro: 70mila dei quali con un assegno a nome del broker e gli altri 10mila intestati a un terzo. Un'altra investitrice (o aspirante tale) gli diede 7.500 euro, con due assegni: uno intestato al terzo di prima e l'altro a una donna che a sua volta si ritiene sia stata indicata dal promotore. Altri due risparmiatori staccarono assegni in suo favore ciascuno per 20mila euro.
Oltre che contro il broker, i sei clienti di Franchi hanno fatto causa civile contro la società al cui nome era affiancato quello del consulente. Il giudice non ha ravvisato gli estremi per condannarla. Ha invece stabilito che il broker risarcisca le somme versate con gli assegni intestati a lui. Quindi, 260mila euro più interessi e spese di lite. Franchi si dice soddisfatto a metà. «Sotto il profilo giudiziario e morale - spiega -, ma siamo convinti ci siano anche altre responsabilità. Per questo, presenteremo appello». Anche perché il promotore, al cui posto alle udienze si è presentato l'amministratore di sostegno, risulta nullatenente. Sembra abbia speso tutto. E se ha risparmiato qualcosa non è detto ricordi dove andarlo a cercare.
Roberto Longoni
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