Alle dieci di sera
Chissà da quando la tallonava, chissà dove l'ha notata e quando ha deciso di derubarla. D'altra parte una ragazza dal fisico minuto, da sola in bicicletta in una serata in cui i tuoni del temporale svuotano le strade è la preda perfetta. Si trattava solo di arrivare al posto giusto: e il rapinatore lo ha trovato in strada Quarta, in un tratto dove c'è un parcheggio e le piante fanno velo ai lampioni. Non passava nessuno, la luce era scarsa: a quel punto la trappola è scattata così come era accaduto poche ore prima in via Brescia dove una 63enne è stata picchiata a sangue. Per un bottino di 200 euro.
Erano da poco passate le 22.30 e quella giovane donna che stava rientrando a casa dopo una cena ha appena avuto tempo di vedere un'ombra arrivarle da dietro. E poi è finita a terra.
Questo perché il rapinatore che la seguiva a sua volta pedalando ha colpito con forza la ruota di lei che presa alla sprovvista, non ha avuto neppure tempo di provare una reazione. Ed è finita sull'asfalto provocandosi delle contusioni alle gambe. Immaginatevi la scena; la paura, la botta, l'agitazione. E poi quell'uomo, giusto una ombra con una camicia azzurra che si è fiondato ad agguantare la borsetta appoggiata nel cestino prima di darsi alla fuga a piedi, lasciando sull'asfalto la bicicletta con cui era arrivato. La ragazza ha impiegato un attimo a riprendere fiato e poi si è messa in mezzo alla strada aspettando qualcuno che la potesse aiutare. E qui, se è possibile, inizia la parte più brutta della storia.
Si, perché per ben tre volte la donna è riuscita a fermare delle auto di passaggio chiedendo loro di lanciare l'allarme, di avvisare le forze dell'ordine. E per tre volte gli autisti hanno bofonchiato delle scuse, hanno voltato lo sguardo, le hanno consigliato di chiedere aiuto in una vicina pizzeria. Insomma, se ne sono fregati. Smarrita, la vittima ha però notato che nella caduta le chiavi che erano nella borsa erano finite a terra e zoppicando si è incamminata verso casa. Per fortuna non era lontana e qui ha trovato la coinquilina che l'ha accolta, l'ha accompagnata sul posto dell'aggressione e ha provato a chiedere aiuto ai carabinieri.
Nella borsa, come è logico, c'erano il portafoglio, i documenti e il cellulare e tutto questo è andato perso. Ma dopo una simile esperienza ad essere smarrita per quella ragazza è anche la serenità, la fiducia. Come è normale che sia quando si viene aggrediti a due passi da casa e le persone a cui chiedi aiuto neppure si fermano. Il primo è un reato; il secondo una dimostrazione di feroce egoismo senza giustificazione.
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