MUSICA
Attraversano il Ponte Verdi quasi tutte le lingue del mondo. Si sente distintamente lo spagnolo, l’inglese, il tedesco, il francese e qualche inflessione asiatica. Perché per Andrea Bocelli, che torna a Parma dopo il concerto di Natale in streaming mondiale al Teatro Regio, nel 2020, il mondo intero è come se si fosse riunito a Parma. Ieri sera, infatti, il celebre cantante da più di 85 milioni di dischi venduti in carriera, ha aperto la terza edizione di «Parma Cittàdella musica» tra gli alberi secolari del Parco Ducale. Prima della sua esibizione e dopo quella di Clara Barbier, Massimo Urban e Monica Zhang, tre artisti selezionati dalla Andrea Bocelli Foundation, i musicisti dell’orchestra Teatro del Silenzio, diretti da Beatrice Venezi hanno accolto i presenti introducendo il concerto, tra i colori corallini del tramonto e il rumore delle cicale.
Bocelli, che con un cenno del volto ha salutato il pubblico poco dopo le 21, ha aperto la rappresentazione omaggiando Parma e Giuseppe Verdi, con «La donna è mobile», l’aria che il Duca di Mantova intona nel terzo e ultimo atto di Rigoletto. È seguita «Recondita armonia», dalla Tosca di Puccini, la cui melodia ha incantato il pubblico che, entusiasta, ha accolto anche la soprano Clara Barbier Serrano, che si è esibita in un assolo e poi in duetto. È una presenza silenziosa quella di Bocelli sul palco, che decide di far parlare solo le note, i musicisti e gli spartiti, salutando i presenti con la sola grandezza della musica. Tra gli ospiti sul palcoscenico del Parco Ducale, nel corso della serata si sono alternati il flautista, Andrea Griminelli, e la soprano Paola Sanguinetti, che ha interpretato insieme a Bocelli il duetto «Tace il labbro», tratto da «La vedova allegra» di Franz Lehar. «O soave Fanciulla» da La Bohème di Giacomo Puccini, che Bocelli ha cantato insieme a Barbier Serrano, ha concluso la prima parte della serata. Un breve intervallo e un medley eseguito dall’orchestra ha separato la fase iniziale più classica da quella più pop e contemporanea, a cui ha preso parte anche la cantante Ilaria Della Bidia.
Tra qualche imponente folata di vento, che però non ha fermato il concerto, Bocelli ha fatto letteralmente cantare il pubblico interpretando «Mamma son tanto felice», «O surdato ‘nnamurato», «Vivo per lei» e «Voglio vivere così». L’esibizione si è conclusa con «O sole mio» e con il duetto Bocelli-Sanguinetti, che hanno interpretato «Con te partirò», che dal 1995 accompagna non solo il celebre artista toscano nel mondo, ma tutto il Paese oltre ogni confine. La canzone, scritta da Lucio Quarantotto per il testo e da Francesco Sartori per la musica, fu portata al 45esimo Festival di Sanremo, non arrivando sul podio, ma classificandosi quarta. Diventò un successo internazionale, rimanendo ai vertici delle classifiche europee a lungo, e vinse l’Echo Award.
Tradotta nella versione inglese con il titolo «Time to say goodbye», la versione con Sarah Brightman ha venduto oltre 12 milioni di copie in tutto il mondo e gli scorci raccontati nelle sue strofe, un po’ come in «Mare calmo della sera», restituiscono in ogni angolo di mondo quei frammenti identitaria di un’Italia raccontata solo nella sua letteratura, nei suoi paesaggi e nelle sue realtà perdute. Richiamato sul palco, Bocelli ha salutato Parma e l’Emilia, con cui ha un forte legame fin da quando è bambino, quando venne in collegio a Reggio Emilia per apprendere la lettura in Braille e dove, nel tempo, ha incontrato Luciano Pavarotti e Zucchero, con «Nessun dorma», dalla Turandot. Il sipario (immaginario) lo hanno disegnato gli applausi.
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