Socogas investe sul Bio Gpl: «Grandi opportunità con la transizione energetica»
13 Luglio 2022, 03:01
Socogas investe nel Bio Gpl, carburante che in futuro potrà sostituire il Gpl da prodotti petroliferi e, nell'ambito della transizione ecologica, potrà rappresentare un'alternativa anche ai veicoli totalmente elettrici. Per questo l'azienda fidentina ha fondato, insieme ad alcune tra le principali aziende italiane del settore, «Green LG Energy Srl», joint venture strategica per lo sviluppo di nuove tecnologie destinate alla produzione e distribuzione di Gpl derivato da fonti rinnovabili. «È una società di ricerca e sviluppo che si occuperà di dare slancio alla filiera di energia rinnovabile del Bio Gpl», spiega Patrizia Zucchi, ceo di Socogas. La joint venture prevede di costruire il primo impianto di lavorazione e creazione di Bio Gpl nel marzo 2024.
Dagli scarti ai carburanti
Da cosa nasce il Bio Gpl? «Secondo molti esperti internazionali è il combustibile del futuro - continua l'imprenditrice -. Si ottiene dalla lavorazione dei rifiuti organici. Già oggi il Gpl che conosciamo produce livelli bassissimi di Co2 nell’aria e quasi zero quote di pm10. Il nuovo Bio Gpl sarà totalmente green. I biocombustibili sono il vero fattore di de-fossilizzazione dell’economia con la riduzione dei gas serra fino all’80%. Già oggi in Italia sono milioni gli utenti non collegati alla rete di distribuzione del gas naturale per il riscaldamento e 2 milioni e mezzo gli automobilisti che utilizzano le vetture alimentate a Gpl. In prospettiva solo in Italia sono 24 milioni le vetture da euro 0 a euro 4, quelle più datate ed inquinanti: con una spesa massima di mille euro, potranno essere convertite a Gpl, riducendo costi ed emissioni». Secondo Patrizia Zucchi, il Bio Gpl sarà fra i protagonisti della transizione energetica. «I prezzi dell’energia nel 2021 hanno raggiunto livelli allarmanti, rivelando tutte le fragilità della politica energetica dell’Europa che si è scoperta incapace di garantire approvvigionamenti sicuri e competitivi - spiega -. Servono programmazione ed una visione chiara e di lungo termine, nonché gradualità e diversificazione delle fonti, cosa che non hanno fatto le politiche europee. Per quanto riguarda l’elettrico, il primo dato da rilevare è che ha costi di conversione altissimi, sia in termini economici che in termini ambientali. In secondo luogo non si può essere legati ad un un’unica tecnologia con il rischio di mettere fuori mercato per legge filiere industriali strategiche che oggi assicurano oltre il 90% della domanda di mobilità».
Transizione e burocrazia
Come azienda che investe nella transizione energetica, oggi «incontriamo principalmente ostacoli ideologici e burocratici - rileva la Zucchi -. Per fare un esempio, mio padre Renzo, imprenditore lungimirante e sempre all’avanguardia, aveva già colto alcuni aspetti di questo rinnovamento del settore energetico realizzando un deposito costiero di Gpl a Chioggia, che avrebbe consentito l’arrivo del prodotto via nave dall’estero. Un progetto che il Mise aveva definito “opera strategica nazionale”. Poi sono arrivate le campagne elettorali, la politica e la burocrazia che hanno bloccato a lavori già conclusi la messa in attività di tale grande progetto, revocando le autorizzazioni ministeriali rilasciate alla nostra società per realizzare l’opera. Anche in questo caso, purtroppo, l’Italia si è rivelata il Paese dei “no”». L'intreccio fra energia e geopolitica oggi genera timori per il prossimo inverno. Saranno mesi difficili per gli italiani? «Dipenderà molto dall’azione del Governo in questi mesi - commenta l'imprenditrice -. Occorre portare gli stoccaggi a livelli ben più alti di quelli attuali, fermi intorno al 50%; nodo importante è il tetto europeo ai prezzi del metano per scongiurare rischi di razionamento con l’emergenza che si potrebbe produrre. Per quanto riguarda il Gpl ritengo che la situazione sia meno pericolosa: prevediamo certamente difficoltà di approvvigionamento e un aumento dei prezzi se dovesse entrare in vigore l’embargo al petrolio russo. Il vantaggio del Gpl è che non necessita dei gasdotti per l’importazione ma viene trasportato via nave, treno o autobotte e questo significa più possibilità di approvvigionamento».