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«Cittadinanza onoraria ai minori nati qui». Divide la proposta dei Giovani Dem

«Cittadinanza onoraria ai minori nati qui». Divide la proposta dei Giovani Dem

di Michele Ceparano

20 Luglio 2022, 03:01

«Il consiglio discuta l'inserimento dello ius soli nello statuto del Comune e riconosca la cittadinanza onoraria ai minori nati in Italia da genitori stranieri, che abbiano completato almeno un ciclo di formazione scolastica». La proposta arriva, il giorno dopo l'insediamento del nuovo consiglio comunale lunedì pomeriggio all'insegna del fair play, dai Giovani Democratici di Parma.

Una proposta che da sempre divide il centrosinistra, che ha espresso il sindaco Michele Guerra e governa la città, dal centrodestra che rappresenta un fetta cospicua di minoranza.

«Si tratta di un atto simbolico - spiegano i Giovani Democratici -, col quale lanciare un messaggio forte, dalle città al Parlamento: è necessario approvare presto la proposta di legge sullo ius scholae».

Questa proposta, tra i «cavalli di battaglia» del Pd, verrà inviata «a tutti i consiglieri e a tutte le consigliere comunali affinché si vada spediti e presto verso l’approvazione di questa modifica statutaria, a partire dal suo inserimento all’interno delle linee programmatiche 2022-2027 della Giunta comunale presentate dal sindaco Guerra in consiglio».

Una proposta che trova l'importante sponda del nuovo assessore con delega all'Integrazione Francesco De Vanna.

«Si tratta di una proposta, tra le altre cose, inserita nel programma del Pd nella recente campagna elettorale - ricorda l'assessore - che riprende un'iniziativa già avviata dal Comune di Parma con la Giunta Pizzarotti e in altri consessi come quello di Modena e Bologna. Un'iniziativa che riconosce questa cittadinanza simbolica a chi è nato e cresciuto qui. Si tratta di istituzionalizzare questo intervento attraverso una modifica statutaria che dovrà essere apportata dal consiglio».

Un riconoscimento che, comunque, «continuerà a essere simbolico, perché ci stiamo riferendo a un ambito che può essere disciplinato solo dal legislatore nazionale, ma avrà un'enfasi e una sottolineatura forte da parte dell'istituzione comunale. Anche attraverso queste iniziative si prova, infatti - aggiunge De Vanna -, a far emergere una consapevolezza e un dibattito cittadino che possano orientare il legislatore che, peraltro, in queste settimane dovrebbe affrontare l'argomento». Sulla tempistica, l'assessore aggiunge che «questa proposta, che non riguarda la giunta ma il consiglio, non verrà discussa domani e neppure a settembre. Intanto, però, si metta in agenda».

Un tema, comunque, che rischia di incrinare molto presto, quando la discussione entrerà nel vivo, quel «metodo Guerra» basato su quello spirito costruttivo che lunedì ha preso ad aleggiare tra i banchi consiliari. A tale proposito, Sandro Campanini , capogruppo del Pd in municipio, ricorda che «il vero obiettivo è arrivare allo ius scholae per legge. Siamo, comunque, favorevoli a portare avanti la proposta giusta e interessante dei Giovani Democratici ma, siccome si parla di statuto, è importante che questo discorso venga approfondito anche con la minoranza. Su questioni così delicate serve, infatti, coinvolgere tutte le sensibilità del consiglio proprio perché si tratta di tematiche trasversali».

La proposta dei Giovani Democratici provoca, invece, una decisa alzata di scudi da parte del centrodestra che annuncia la sua ferma opposizione. «Il Pd parte subito male - dice, infatti, Priamo Bocchi , capogruppo di Fratelli d'Italia - assecondando ancora una volta quella ossessione, lo ius soli, che certifica la sua distanza dal comune sentire dei cittadini e dai loro problemi reali. Lo ius soli “onorario” che si vorrebbe inserire nello statuto comunale è un atto puramente simbolico e inutile. Trovo irresponsabile che in un momento così delicato per l’Italia e per Parma, si persista a proporre un provvedimento inutile e dannoso su un tema già regolamentato e comunque di pertinenza parlamentare». Sulla stessa lunghezza d'onda la leghista Laura Cavandoli che mette l'accento sul fatto che «la cittadinanza onoraria si conferisce a personalità che abbiano legami con Parma o che abbiano fatto cose importanti. Questo mi pare, invece, un escamotage per dare una cittadinanza un po’ farlocca a persone che non sappiamo che rapporto abbiano con la città».

E Pietro Vignali , della lista che porta il suo nome, ricorda «una ben altra cittadinanza onoraria conferita da me, quando ero sindaco, all'attivista birmana Aung San Su Kyi. Occuparsi di cittadinanza è, infatti, materia del Parlamento e il Comune deve pensare a fronteggiare ben altre priorità, come il prossimo autunno caldo, la crisi economica e i problemi della sicurezza. Guerra si concentri su queste cose. A tale proposito - chiede Vignali -, dopo le ultime risse in via Verdi e all'ex Salamini, quando arriveranno i vigili di quartiere?».

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