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Gli orti sociali di Parma

Crocetta, i coltivatori della solidarietà

Crocetta, i coltivatori della solidarietà

di Antonio Bertoncini

27 Luglio 2022, 03:01

Sono 494 appezzamenti di terreno da 50 metri quadrati ciascuno, tutti occupati e quasi tutti recintati, gli Orti della Crocetta, su un’area di oltre 30.000 metri quadrati, a ridosso dello svincolo della tangenziale.

E’ uno spazio amplissimo, che potrebbe ospitare un’azienda di grandi dimensioni, invece ci sudano e ci lavorano 500 famiglie per mettere in tavola gli ortaggi a chilometri zero.

Può sembrare un miracolo, eppure con tanti ortolani che zappano, mettono a dimora, innaffiano e raccolgono, non c’è nulla fuori posto. Tutto si svolge sotto lo sguardo vigile del presidente Alberto Restani.

Percorrendo il lungo viale di accesso (unica nota stonata, a bordo strada sono parcheggiate le auto degli ortolani) si costeggia la nuova grande compostiera gestita dalla coop Cigno Verde, poi si arriva alla club house, anche questa in perfetto ordine, con uno spazio esterno coperto da vivere nei mesi estivi. Lì accanto, vicino ai servizi igienici, c’è anche un capiente capannone che ospita gli attrezzi collettivi, delimitato da un’alta siepe di cipressi. Ai bordi del viale asfaltato si trovano girasoli, rose e dalie, che regalano un tocco di gentilezza. C’è anche l’accesso diretto al centro sociale «Il Tulipano», creato mezzo secolo fa insieme agli orti, ottimo punto di riferimento per attività di socializzazione, anche se la tegola del Covid ha pesantemente condizionato la vita collettiva dei 500 coltivatori.

Dentro gli orti – tutti rigorosamente personalizzati si trovano verdure di ogni genere: zucche, insalata, fagioli, zucchini, fagiolini e gli immancabili pomodori , l’oro rosso per qualunque ortolano. Frequenti sono anche gli impianti accessori in legno e le canne di bambù. Alcuni si sono lanciati con le viti sui mini bersò, altri hanno piantato qualche albero da frutto (quando era ancora consentito), e dietro la legnaia c’è anche un magnifico fico stracarico di frutti che stanno maturando. Se si arriva a metà mattina di un giorno feriale si trovano ancora un buon numero di pensionati coltivatori alacremente impegnati con lavori di piccola manutenzione, ma non si vede nessuno con la canna dell’acqua in mano, perché le regole sono regole e le limitazioni necessarie vanno rispettate, anche se ogni orto ha il suo collegamento con la rete idrica. Se gli orti della Crocetta sono una specie di «Corazzata Potemkin» delle strutture pubbliche dedicate prevalentemente agli anziani, lo si deve soprattutto a due personaggi con la cultura del lavoro e della vita collettiva, che li hanno accompagnati dalla nascita, fino a farli diventare quello che sono oggi: Domenico Del Bono, presidente fino al 1995, e Marino Marmiroli, che gli è succeduto, dopo aver creato il vicino circolo «Il Tulipano», dove tuttora vanno a braccetto socialità e solidarietà, ereditate dagli stessi orti sociali, come spiega il presidente Alberto Restani: «Siamo sempre stati generosi verso chi aveva bisogno di aiuto sottolinea Restani - anche di recente siamo stati i primi ad aderire al progetto "Ortaggi in rete - coltiviamo la solidarietà», creato per conferire il surplus di produzione delle verdure all’Emporio Solidale, quasi come ideale chiusura di un ciclo. Anche per la socializzazione siamo stati a lungo in prima fila, avevamo la regolare concessione per la somministrazione di alimenti e bevande, ma l’irruzione della pandemia ha bloccato tutto, accelerando un processo che in qualche modo era già in atto, perché il mondo cambia e neppure gli orti possono restare fermi. Ancora oggi con il Tulipano, nonostante le due gestioni siano diverse, abbiamo ottimi rapporti da buoni vicini, molti ortolani lo frequentano». Per l’immediato futuro sono attese tante novità: al di fuori degli spazi destinati a coltivazione, nello spicchio di terra adiacente allo svincolo della tangenziale, saranno messi a dimora alberi da frutto e un bosco dall’altra parte della strada. Il progetto verrà realizzato da PMG Benefit in convenzione con Comune e Ancescao (l’associazione che sovrintende a tutti gli orti di Parma), e gli orti della Crocetta saranno il braccio armato della manutenzione. «Ma c’è anche un’altra cosa a cui teniamo molto - puntualizza Restani - il Comune ci ha promesso di rifare tutte le strutture collettive, esclusa la tettoia che funziona benissimo. Restiamo in fiduciosa attesa che la nuova amministrazione provveda, perché sarebbe un ottimo trampolino di lancio per ricostruire la socialità su basi nuove».

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