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Monchio

Caccia al cinghiale finta ma proiettili veri: la polemica è infuocata

Caccia al cinghiale finta ma proiettili veri: la polemica è infuocata

di Monica Rossi

01 Agosto 2022, 03:01

È polemica sulla gara di tiro su cinghiale corrente in quel di Monchio delle Corti organizzata dalla locale squadra venatoria. Di che cosa si tratta? Non è un evento cruento, perché si spara a una sagoma in movimento. E allora, per quale motivo è polemica? Perché in effetti il tutto avviene con armi a canna rigata e liscia e munizioni vere in un’area in prossimità di una zona protetta: il campo da tiro è stato organizzato in località «Leghi» Trefiumi.

La segnalazione è arrivata alla «Gazzetta di Parma» per interessamento del presidente della sezione parmense delle Guardie giurate ecologiche volontarie (Cgev), Fabio Natale. «Una sparatoria vera e propria in un’area protetta (in realtà, si tratta di area pre-parco, ndr) - ha scritto il presidente -. Ve lo immaginate il baccano prodotto da queste armi non solo per daini, caprioli, lepri, ma anche per le persone che passano in zona? Come è possibile che in un’area protetta venga organizzata una manifestazione del genere?».

Raggiunto telefonicamente in mattinata, Natale, che ha inviato sul posto alcuni osservatori, ha fatto sapere che alla gara si sono iscritti moltissimi cacciatori. «Dalle 8 del mattino, almeno 200 persone hanno imbracciato i fucili e iniziato a sparare. Avranno dalla loro le autorizzazioni, ma le ritengo discutibili. Chi gliele ha date? Possibile che nemmeno l’amministrazione comunale abbia avanzato obiezioni? E l’Ente Parco? Tutto questo è assurdo».

In effetti, in piena stagione turistica, di domenica peraltro, con tanti escursionisti, la questione parrebbe singolare. Il territorio del comune di Monchio si trova all’interno di due aree protette: il Parco regionale dei Cento Laghi e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che fa parte della Riserva MaB Unesco.

Scelta dunque inopportuna anche per Davide Mori, presidente delle Guardie ecologiche di Legambiente (Gela) di Parma, secondo cui l’evento è uno sfregio all’ecosistema. «Appreso che ci sarebbe stata questa gara (riservata ai cacciatori in possesso di porto d’armi e assicurazione, ndr), ci siamo subito attivati, scrivendo una nota di biasimo al Comune di Monchio ed esprimendo al contempo ferma contrarietà all’Ente Parco». È vero che la zona scelta come campo di tiro sarebbe in area pre-parco, ma gli esperti fanno notare che non ha senso disquisire di confini in natura.

«I numeri della gara sono importanti - continua Mori -perché parliamo di 200 tiratori, alcuni dei quali con armi potenti. Spareranno contro delle sagome meccaniche, causando inquinamento acustico e ambientale. Quanti proiettili non verranno raccolti, lasciando sul posto quantità importanti di piombo? Ribadiamo, come Gela, la nostra contrarietà a un evento negativo tanto per la fauna, quanto per gli escursionisti e le famiglie che si recano in quei luoghi per cercare un po’ di pace, nonché per gli appassionati di funghi e pesca. Ci sorprende anzi che l’Ente Parco non abbia opposto resistenza e che non sia intervenuto qualcuno più in alto di noi per fermare questo scempio».

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