Dopo Perugia
Ampie zone spelacchiate, avvallamenti colmati e parzialmente mascherati con erba tagliata, ciuffi irregolari capaci di imprimere deviazioni inattese alla palla. Così si è presentato il prato del Curi l'altra sera ed è stato uno spettacolo vergognoso. La Lega, che con tanta fanfara otto giorni prima aveva organizzato l'Opening Day sull'impeccabile manto del Tardini, ha pensato di tollerare una situazione del genere, anche se il Parma (e pare anche i commissari di campo) aveva sollevato delle obiezioni. Quindi vergogna per il Perugia che non s'è fatto scrupolo di ospitare una gara di serie B su un terreno del genere e anche per chi lo ha consentito.
Naturalmente non è dato sapere come sarebbe finita la partita un prato decente, certo che mettere a repentaglio tre punti (per non parlare di caviglie e affini) su quel campaccio vuol dire rischiare un'intera stagione, visto quanto sono equilibrati gli arrivi al traguardo in serie B. E la cosa, a questi livelli, è inaccettabile.
Detto questo se contro il Bari erano state più le luci delle ombre, il contrario, per il Parma, è successo a Perugia, al netto del preambolo sul campo.
La descrizione della partita fatta nel post da Pecchia ci è sembrata ad esempio troppo rosea. Vero è che lo spirito battagliero indispensabile in B non è mancato (anche se i 15 falli a 6 per gli umbri mostrano spiegano che si può fare di più...) ma parlare per questo di «eccellente prestazione» ci pare esagerato. Che lo faccia in pubblico il tecnico crociato ci può anche stare, per vari motivi, l'importante è che certi concetti non facciano troppo presa sulla squadra e sulla dirigenza, già di suo propenso a vedere la «vie en rose».
Perché non è questo il momento di accontentarsi: già contro il Bari avevamo percepito troppo entusiasmo nei commenti post gara. C'era stato un primo tempo con fasi di ottimo gioco, ma anche due gol subiti dai neopromossi pugliesi, e alla fine il pareggio doveva lasciare la bocca più amara che dolce. Così come a Perugia, contro una squadra attualmente più debole di quella dello scorso anno, bisognava avere più cinismo. Invece Vazquez che si libera al tiro e va a cercare Bernabè, Mihaila che sparacchia alto da buona posizione, un paio di mischie sottoporta nella ripresa, sono episodi che con più occhio della tigre potevano regalare un gol pesante.
Neanche Pecchia è riuscito ad aiutare la squadra dalla panchina: poco incisive le sue scelte nei 90'.
C'è poi Inglese in lotta coi fantasmi. Tanto è ineccepibile sul piano dell'atteggiamento e della lotta, tanto è spento nelle conclusioni o per meglio dire tentativi.
Ma qualche luce ha brillato: Oosterwolde sta lievitando oltre ogni previsione, Valenti trova continuità, Estevez si è già ritrovato dopo il black out col Bari. Chichizola rende ancora più tranquillo Buffon.
Ora speriamo che Ansaldi (oggi farà le visite mediche) e qualche altro rinforzo completino il quadro perché restiamo convinti che la tela sia buona e promettente.
Paolo Grossi
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata