IL PUNTO SULLA CAMPAGNA
Nonostante le batoste del clima e dei rincari, la campagna 2022 del pomodoro da industria porta con sé non solo ombre ma anche luci, forte di un asset che tutto il mondo ci invidia: la qualità. La conferma arriva anche dalla Mutti spa, dove si evidenzia che quella in corso è una campagna precoce contraddistinta da «una materia prima ottima, grazie anche al buon lavoro di pianificazione portato avanti insieme alla parte agricola e al processo produttivo, che ci ha permesso di far fronte alle sfide derivanti dalla siccità».
La campagna, fanno poi sapere alla Mutti, deve però fare i conti «sia con il costo del pomodoro, aumentato del 18% rispetto al 2021, sia con quello dovuto all’aumento dell’energia e del packaging. Basti pensare alla bolletta del gas, che in due anni è passata da 20 a 300 euro megawattora».
Al giro di boa, tuttavia, il futuro è ancora da scrivere. «Difficile fare previsioni – confermano alla Mutti spa -: la siccità è stata sì superata, ma è ancora presto per parlare della materia prima da qui a fine campagna. Confidiamo in un risultato soddisfacente perché continueremo nel solco della collaborazione che si è instaurata tra azienda e agricoltori: l’obiettivo è far sì che anche dalla seconda parte del raccolto, derivi ciò che ci contraddistingue: un prodotto finito di altissima qualità».
Anche per Aldo Rodolfi, capogruppo settore conserviero dell’Unione parmense degli industriali e vicepresidente di Anicav, «quest’anno la qualità è buona e rispetta tutti gli standard. Innegabile però che sia stata un’annata difficile per tutti, fortemente condizionata dalla siccità. Difficoltà cui si sono sommate l’impennata dei costi energetici e delle materie prime: il gas metano è, per gli impianti, la prima voce di consumo e il fatto che il prezzo è lievitato ora, con il grosso della lavorazione, è preoccupante. Ci sono stati aumenti anche nel packaging, con tutta una serie di problematiche legate al reperimento delle materie prime e alle forniture. Si stima che il prezzo finale del prodotto aumenterà del 30-50%».
Le difficoltà sono ribadite dalle organizzazioni di produttori, che sottolineano le criticità climatiche ed economiche. «Siamo a oggi al 50% del programma di raccolta – ha dichiarato il direttore di Ainpo Luigi Sidoli – ed è stata una campagna eroica. Gli agricoltori, infatti, hanno dovuto lottare sia da un punto di vista agronomico che economico, affrontando due elementi ostili: la siccità e le altissime temperature, con picchi fino a 50°C al suolo. Nonostante queste condizioni infernali, gli agricoltori sono riusciti a portare a buon fine la cultura e a ottenere una produzione in linea con i preventivi. Ci sono riusciti perché hanno adottato le migliori tecnologie come la microirrigazione, che ha consentito di poter economizzare l’acqua, nota dolente del 2022. Ora, il tema siccità è archiviato, ma per l’anno prossimo serviranno provvedimenti per evitare che si lavori ancora una volta in emergenza. Siamo ancora a metà del lavoro e gli imprevisti meteorologici impongono comunque cautela: non mi sbilancio su previsioni di fine campagna, perché rischiamo di passare da un’estrema siccità a un periodo estremamente piovoso. Di certo vi è che questa campagna sta facendo i conti con i costi elevati, che stanno penalizzando l’aumento di prezzo concordato al momento della contrattazione: pesa tanto il rincaro di quelli energetici che sono funzionali all’irrigazione, quanto quelli del carburante».
Anche per Asipo, la campagna 2022 è all’insegna dei costi e delle difficoltà nei campi. «Oltre ai rincari, tra cui il gasolio - dice il presidente Pier Luigi Arata - c’è stato anche il difficile reperimento della manodopera, problema che sta diventando sempre più serio. Criticità, queste, aggravate dalla mancanza di reddito per gli agricoltori: se si metterà qualche soldo in più nelle tasche dei coltivatori, ne trarrà beneficio tutta la filiera, che sul mercato offre il prodotto migliore regolato dal migliore disciplinare. In caso contrario, si corre il rischio di una disaffezione. La conseguenza? Una drammatica penuria di prodotto». Per Asipo, non ci sono solo ombre, però: è buona, infatti, la qualità del pomodoro 2022.
«Bene il precoce, anche per quanto riguarda le rese – riprende Sidoli -. È probabile che avremo qualche difficoltà per il tardivo, segnato dall’ondata di maltempo dei primi di luglio: il forte temporale con venti fino a 130 km/h che ha interessato alcune zone, ha generato alcune patologie come la batteriosi. Siamo tuttavia fiduciosi sia sulla qualità che sulla quantità».
Monica Rossi
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