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Sibiloni, un documentario a Venezia dopo dieci anni in Uganda

Sibiloni, un documentario a Venezia dopo dieci anni in Uganda

di Giulia Ciccone

13 Settembre 2022, 03:01

Michele Sibiloni è un fotografo e direttore della fotografia. Originario di Parma, ha vissuto a lungo in Uganda, dove è stato il direttore della fotografia del documentario «Bobi Wine: Ghetto President». Il documentario, diretto da Christopher Sharp e Moses Bwayo, è stato presentato fuori concorso alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia che si è conclusa sabato.

Chi è Bobi Wine?
«Bobi è un cantautore ugandese, interessato a temi sociali e cresciuto nel ghetto di Kamokya nella capitale ugandese Kampala. Nel 2017 ha deciso di candidarsi per diventare parlamentare ed è stato eletto con un numero enorme di voti. Da lì ha iniziato la sua carriera politica ed è stato il principale oppositore del presidente Museveni. Nel 2019 è stato arrestato e poi rilasciato per false accuse, ma quando si è recato in America per curare le ferite riportate, il mondo ha scoperto la sua storia. Hanno continuato a perseguitare il suo team e circa 3000 persone sono state arrestate o sequestrate».

Di chi è stata l’idea di girare un film su Bobi Wine?
«L’idea è stata del regista inglese (ma nato in Uganda) Christopher Sharp: conosceva già Bobi Wine e quando ha saputo che aveva iniziato una carriera politica, ha cominciato a seguirlo».

Che ruolo hai avuto nella lavorazione del film?
«Sono uno dei direttori della fotografia e ho seguito il progetto fin dall’inizio. Nel tempo ho introdotto Moses Bwayo, il quale era inizialmente direttore della fotografia e poi è diventato coregista. La lavorazione del film è durata a lungo, 4-5 anni».

Cosa ci faceva un parmigiano in Uganda?
«Ho vissuto in Uganda dal 2010 al 2021, dove lavoravo come fotografo e videomaker per testate e TV internazionali, per occuparmi dei Paesi dell’Africa Est. Ho pubblicato due libri e questa è stata la mia prima esperienza cinematografica».

Cosa insegna Bobi Wine a noi europei?
«Sicuramente a correre dei rischi per i propri ideali, ad accettare delle sfide anche se sembrano impossibili, a non fare compromessi e a non farsi corrompere. Bobi è una persona che non ha seguito solo i suoi interessi, ma ha cercato di fare gli interessi di persone meno agiate e per farlo si è messo in pericolo».

Qual è il tuo prossimo progetto?
«Nel 2021 ho pubblicato un libro fotografico dal titolo «Nsenene» (Edition Patrick Frey). È stato recensito su molti giornali come il New York Times e Le Monde, sono state fatte molte mostre - attualmente è alla Biennale di Vevey - ed infine è iniziato un progetto cinematografico in collaborazione con il regista Daniel McCabe. Speriamo che il film faccia la sua premiere nei festival nel 2023».

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