da giovedì a Parma
«Sorpreso e dispiaciuto dal clamore mediatico» che ha suscitato il suo arrivo nel carcere di Parma. Non si spengono le polemiche sulla vicenda dell'ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo) e a lungo latitante Cesare Battisti, dopo la «declassificazione» dall'alta (dove sono detenuti i condannati per reati di tipo associativo) alla media sicurezza (dove si trovano i detenuti comuni). Da giovedì Battisti è, infatti, in via Burla e ieri pomeriggio ha ricevuto la visita del garante regionale dei detenuti, il parmigiano Roberto Cavalieri.
Un arrivo, quello di Battisti, dal carcere di Ferrara al penitenziario della nostra città e, soprattutto, dall'alta alla media sicurezza, che ha suscitato le dure reazioni dei parenti delle sue vittime ma anche di Fratelli d'Italia e Lega. Battisti, il cui «declassamento» in un sezione carceraria in cui la sorveglianza è meno rigida, spiega Cavalieri, «non influisce sulla condanna all'ergastolo», in via Burla non è isolato e occupa una cella singola del padiglione vecchio in una sezione che conta una quarantina di detenuti.
Nel carcere di Parma la media sicurezza ne ospita circa 390, l'alta 245 mentre 65 sono i detenuti che si trovano al 41 bis.
Il colloquio di Cavalieri con Battisti è durato circa un'ora. «Mi ha raccontato tutti i passaggi del trasferimento da Ferrara» ha spiegato il garante regionale. Il dialogo con Battisti è stato «normale. Mi ha parlato del libro che sta scrivendo e si è detto stupito e dispiaciuto del clamore mediatico perché per lui non è cambiato nulla in termini di pena». Cavalieri ha aggiunto che «il procedimento è stato regolare» e, a chi ha criticato la decisione dell'amministrazione penitenziaria, ha detto che «prima di giudicare questi provvedimenti è molto importante conoscere le norme di riferimento e le disposizioni. Dal 2015 sono, infatti, centinaia i detenuti che sono stati “declassificati” perché non hanno più legami con cartelli mafiosi o circuiti terroristici. Tra questi c'è anche l'omicida del giudice Livatino. Più che mettere in discussione il provvedimento preso per Battisti, allora avrebbe più senso criticare l'atto amministrativo che contempla questa possibilità». Cavalieri ha aggiunto che «come garante effettua visite anche per casi che hanno molta eco mediatica per verificare che non si creino tensioni» e ha spiegato che «non è detto che questo colloquio si possa ripetere, dal momento che in regione ci sono 3.300 detenuti e, da febbraio, mi sono già occupato di 250 casi».
Non si placano, però, le polemiche. Soprattutto perché la declassificazione a detenuto comune potrebbe aprire all'ex terrorista la strada a benefici come permessi premio o lavoro esterno. Sulla vicenda è, infatti, intervenuto con un'interrogazione il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Marco Lisei che ha criticato le parole del garante. «Cavalieri ha espresso la propria disapprovazione per quanto dichiarato da alcuni esponenti politici - ha spiegato Lisei -, affermando che “per giudicare questi provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria bisogna conoscere le norme e le leggi. Dire che non è accettabile vuol dire ammettere di non conoscerle”».
Il consigliere ha ribadito che «la notizia del cambio di regime carcerario ha suscitato scalpore, soprattutto tra i familiari delle vittime» e ha chiesto all’esecutivo regionale, rispetto alle dichiarazioni di Cavalieri, «se non ritenga che il garante sia andato oltre le proprie competenze, esprimendo giudizi politici che nulla hanno a che fare con il ruolo esercitato». Ha anche chiesto «se non reputi questa circostanza grave, anche in ragione del momento di sofferenza dei familiari, sui quali non ha espresso alcuna parola di conforto» e «se non giudichi opportuno assumere tutte le iniziative opportune affinché il ruolo del garante sia circoscritto alle attività previste dalla legge».
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