Stagione deludente
Stagione termale da dimenticare. A salvarla parzialmente il turismo legato agli eventi e all’enogastronomia. E con la grossa incognita dei costi di gas ed energia elettrica. Gli albergatori salsesi sono preoccupati per il futuro, una situazione che rischia di mettere in pericolo le riaperture per il prossimo anno se i costi, in primis, ovviamente, quelli di energia e gas, non dovessero diminuire.
«La stagione termale è stata deludente, per fortuna si è registrato un aumento del turismo legato alle eccellenze del territorio e agli eventi – afferma Filippo Fantoni dell’hotel Fantoni di Tabiano – Nonostante la presenza dei pannelli fotovoltaici ho visto triplicare il prezzo dell’energia elettrica rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Purtroppo ho dovuto ritoccare al rialzo i prezzi di un 10% a fronte di un aumento di quello dei fornitori del 30%. Chiuderò come sempre la stagione a novembre ma il 2023 non so come sarà». Anche per Marco Davighi, dell’Astoria, sempre a Tabiano, la situazione del turismo termale, che è quello che fa lavorare tutta la settimana, è preoccupante in ottica 2023. «Manca il ricambio dei curandi. Abbiamo cercato di contenere gli aumenti ma il prossimo anno dovremo adeguarci».
Se Tabiano piange, Salso non ride. «Il turismo termale si è ridotto al 10% e si lavora particolarmente in occasione di manifestazioni - afferma Ernesto Callegaro dell’hotel Elite -. Noi abbiamo lasciato i prezzi fermi da 4 anni ma i costi d’acquisto sono aumentati del 30%, per non parlare delle bollette triplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: è incredibile che ciò avvenga nel silenzio della politica e quando si parla di presenze occorre anche chiedersi quanto fatturato portino. Io chiuderò alla fine dell’anno ma per il 2023 non c’è niente di certo».
Chi non sa se terrà aperto oltre ottobre per quest’anno è Andrea Brunani dell’albergo Principe che a fronte dei costi di gas ed energia ha tenuto fermi i prezzi. «Il turismo termale è formato dai pochi clienti fidelizzati, per il resto abbiamo lavorato con le manifestazioni sportive e con il bridge. Per il prossimo anno vedo una grande incertezza». In controtendenza è Marco Nemorini dell’hotel Roma: «Ho investito in comunicazione e marketing e ho avuto un ritorno a una situazione precovid anche per quanto riguarda il termale in agosto e settembre. Purtroppo i costi delle bollette ci hanno costretto a ritoccare, seppur di poco, i prezzi. Per il 2023 sono ottimista. Piuttosto i clienti “tradizionali” lamentano una Salsomaggiore maltenuta e con scarsa attrattività».
«Dopo due anni di pandemia, di aperture e chiusure forzate, l’aumento delle bollette è un’ulteriore mazzata sul nostro lavoro. Si fa un gran parlare di aiuti alle famiglie ma al comparto alberghiero chi ci pensa?»: così il presidente degli albergatori tabianesi, Ruggero Sartori. «Un albergo non può permettersi il lusso di lasciare le luci spente o di non accendere il riscaldamento. A Tabiano penso che subiremo contraccolpi maggiori di altre località perché il paese ha sempre più una stagionalità risicata, la clientela termale è sempre meno, però la tassazione e le bollette sono al pari di un hotel di città. Diversi hotel di Tabiano anticiperanno la chiusura stagionale per evitare un salasso», E conclude Sartori: «Ma è possibile dovere lavorare solo per pagare le bollette?».
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