AMBIENTE
Oltre mezza tonnellata di rifiuti raccolta in poche ore lungo il greto della Parma. Gli incivili gettano di tutto: tubi, mattonelle e calcinacci, biciclette, pneumatici e vestiti. Ma a sporcare e rovinare il corso del torrente è soprattutto la plastica. Tante, tantissime le bottigliette, oltre ai mozziconi di sigaretta e alle mascherine, una delle eredità del Covid. Anzi, una «scoria» figlia della maleducazione.
Una squadra composta da 70 volenterosi – che andavano dagli 8 agli 84 anni - domenica mattina si è data appuntamento in piazzale Marsala ed è scesa lungo il greto, all'altezza di ponte Italia, per ripulire la Parma dai rifiuti che «piovono» dall'alto o che sono abbandonati nei punti più nascosti. Ieri la onlus Plastic Free, che ha organizzato due squadre di volontari lungo le sponde del torrente, ha tracciato un bilancio di quella pulizia straordinaria: sono 650 i chili di rifiuti raccolti in tre ore, dalle 10.30 alle 13.30, nel tratto che da ponte Italia arriva a ponte Caprazucca (lato viale Maria Luigia) e che da ponte Italia sale nella direzione opposta, lungo il Baganza, fino a piazza Lago Ballano, nelle vicinanze dell'ex Pala Pifferi.
«Abbiamo raccolto materiale edile, una bicicletta e degli pneumatici, ma il rifiuto predominante era quello dei prodotti monouso, come bottigliette di plastica e pacchetti di sigarette». Pietro Ghidini, 28 anni, da circa un anno è referente provinciale di Plastic Free, la onlus che si sporca le mani per ripulire le aree rovinate dagli incivili. «Purtroppo la maleducazione non ha limiti. Nel tratto ripulito abbiamo notato un forte abbandono di rifiuti, soprattutto là dove c'era il Pala Pifferi, perché è una zona più nascosta». Ma anche nei punti di maggior passaggio le condizioni del greto erano indecenti. La colpa è di chi scambia il torrente per una pattumiera.
«I rifiuti sono stati raccolti in sacchi che verranno poi smaltiti da Iren, con cui abbiamo avviato una buona collaborazione». Ma anche la sensibilità delle persone sta aumentando e le iniziative di Plastic Free sono sempre più partecipate. «Noi organizziamo i nostri interventi grazie al passaparola e all'uso dei social. Siamo presenti sul web con il nostro sito, abbiamo la pagina Facebook, siamo su Instagram, LinkedIn e abbiamo anche un gruppo WhatsApp. A novembre 2021, quando abbiamo ripulito la pista ciclabile in via Doberdò, erano presenti circa 20 volontari. Domenica ce n'erano 50 in più. E tra questi anche una decina di militi della Croce rossa».
Nonostante gli appelli non cadano nel vuoto, i lavori di pulizia, per Plastic Free, purtroppo non mancano. «Ad aprile abbiamo ripulito l'area attorno al Parma Retail, dove abbiamo trovato anche delle lavastoviglie. Pochi giorni fa sono ripassato e la situazione era al punto di partenza. Essendo una zona periferica, quella è terra di nessuno. Studi hanno dimostrato che quando un'area è sporca, nelle persone aumenta la tendenza a sporcarla. Mentre se una zona è in ordine questo meccanismo inconscio non scatta».
Tra gli obiettivi della onlus nata a luglio 2019, c'è anche l'educazione ai corretti stili di vita. «Non serve stravolgere le nostre abitudini. Bastano piccoli gesti, come evitare di usare la plastica monouso. Meglio scegliere prodotti con una durata più lunga». Il pianeta ringrazia.
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