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L'inchiesta

Aqualena, Dimichele parla cinque ore

Aqualena, Dimichele parla cinque ore

15 Ottobre 2022, 03:01

Inchiesta Aqualena, Antonio Dimichele cinque ore davanti al giudice per le indagini preliminari.

Ieri nel carcere di via Burla si sono svolti gli interrogatori di garanzia dei tre arrestati nell'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza, che è incentrata sulla gestione della piscina Aqualena.

Davanti al giudice per le indagini preliminari sono, infatti, comparsi i fratelli Antonio e Marcello Vetere, imprenditori di 66 e 54 anni, residenti a Reggio, e l'avvocato 48enne di Parma Antonio Dimichele.

Mentre i fratelli, difesi dagli avvocati Helmut Bartolini e Michelangelo Strammiello, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, Dimichele, assistito dall'avvocato Mario l'Insalata, ha invece rilasciato dichiarazioni al giudice per quasi cinque ore.

I legali dei Vetere hanno, inoltre, presentato istanza di revoca della misura cautelare in carcere, chiedendo di essere posti agli arresti domiciliari.

L'indagine delle Fiamme gialle di Parma, che è terminata con gli arresti dei Vetere e dell'avvocato penalista, ha portato al sequestro, oltre che della piscina Aqualena di via Ximenes, di un albergo, ventisei società e quarantacinque immobili.

Le ipotesi di reato vanno dall'associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di bancarotta fraudolenta all'insolvenza fraudolenta, fino alla truffa, all'autoriciclaggio, all'omessa dichiarazione fiscale e alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

I Vetere sono stati descritti come capi e promotori di un’associazione per delinquere mentre il legale come stabile partecipe della stessa con una molteplicità di condotte: redazione di contratti di vendita da una società all’altra; predisposizione e produzione in giudizio di fittizi accordi contrattuali tra società finalizzati a sottrarre garanzie; predisposizione di contratti di vendita di beni per neutralizzare le attività delle curatele; contributo alla stesura di atti finalizzati alla dissipazione di beni aziendali.

Nell'inchiesta che ruota attorno alla gestione del centro sportivo, a ci sono stati apposti i sigilli, risultano anche indagate, a vario titolo, sedici persone.

r.c.

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