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Tribunale

«Tu sei mia». Condannato l'ex fidanzato stalker

«Tu sei mia». Condannato l'ex fidanzato stalker

22 Novembre 2022, 03:01

Durò più la persecuzione di lui ai danni di lei che la loro storia insieme. Sembra che per un breve periodo le due fasi si fossero anche sovrapposte. Troppo possessivo, il 24enne di origini campane che alla ragazza di tre anni più grande di lui ribadiva sia prima che dopo: «tu sei mia». Frasetta che prese ad avere un suono sempre più grave, soprattutto dopo la fine della relazione.

Lui continuò a ripetere questo folle concetto nei messaggi che spediva a raffica alla ex o nelle telefonate con le quali la tempestava giorno e notte. Ma non si limitava a questo: spesso erano minacce a viaggiare dal telefono di lui a quello dell'ex fidanzata.

Il giovane assicurava che avrebbe fatto delle pazzie, anche contro sé stesso: e che facesse sul serio lo testimoniò inviando anche foto di atti autolesionistici appena compiuti. Ma spesso si concentrava sugli uomini che avrebbero potuto avere una relazione con la ex. Lui si diceva pronto a sfregiarli con l'acido o anche a scioglierli nell'acido.

La persecuzione alla quale sottoponeva la donna che riteneva sua, nonostante lei fosse di tutt'altro avviso, assicurava lui, sarebbe finita quando si fossero messi di nuovo insieme. Doveva poi guardarsi bene, lei, dal chiedere aiuto alle forze dell'ordine. Lui ne avrebbe avuto anche per loro. Irriferibile quello che minacciava di fare ai carabinieri...

E se fosse stato arrestato, le conseguenze peggiori sarebbero state per lei. A farne le spese sarebbero state anche le persone vicine all'ex: tra queste una sua cara amica, alla quale lui avrebbe bruciato il bar.

Nulla di tutto questo è avvenuto, per fortuna. Lei alla fine denunciò il proprio persecutore ai carabinieri, nell'agosto dello scorso anno, dopo sei mesi di calvario. Subito scattò il divieto di avvicinamento. E il giovane, anziché mettere in pratica le proprie minacce, alla distanza obbligata stabilita dal giudice aggiunse un bel po' di chilometri di propria iniziativa, andando a vivere in un'altra provincia. Non solo. Cominciò al più presto un percorso in un centro di «Liberiamoci dalla violenza».

Ne ha tenuto conto il Gup di fronte al quale il giovane è comparso per essere processato con rito abbreviato. Condannato l'imputato a un anno e 4 mesi, il giudice ha concesso il beneficio della condizionale, a patto che il percorso di recupero sia compiuto fino in fondo.

rob.lon.

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