Croce Azzurra
I volti non hanno nascosto la delusione, l’amarezza per un incontro che nelle aspettative doveva essere molto più partecipato, vista l’urgenza delle questioni poste. Dopo gli appelli partiti da queste pagine e i post sui social che tanta discussione hanno creato, la Croce azzurra ha voluto organizzare un momento per fare chiarezza e spiegare ai cittadini la situazione che l’associazione sta attraversando e le scelte che presto potrebbero essere inevitabili.
«Speravo di parlare a una platea più ampia», ha esordito il presidente della Croce azzurra Alex Uccelli. La delusione è presto spiegata quando chiede ai volontari presenti tra il pubblico, che non ha riempito la sala, di alzarsi in piedi: erano la metà dei presenti. «Siamo diventati scontati. C’è l’idea che tanto qualcuno ci penserà. La riunione di stasera è per dirvi che il servizio sanitario vi dà un servizio, ma non è quello che la Croce azzurra vi garantisce ogni giorno». Il presidente cerca di spiegare un meccanismo che guarda ai numeri. «La necessità secondo il sistema è di un’automedica ogni 60mila abitanti. Sulla provincia di Parma ci sono un numero alto di automediche, e, quella che dovrebbe essere considerata un’eccellenza, diventa paradossalmente un problema in quanto le risorse non sono sufficienti. Quindi associazioni come la nostra devono intervenire con fondi propri per garantire la copertura del servizio medico».
«Ma dal prossimo anno la parte di risorse che dovremmo garantire, noi non ce la possiamo più permettere», ha aggiunto il vicepresidente Marco Mazza. I numeri fotografano la situazione che sta attraversando l’associazione, 1.000 gli interventi l’anno dell’automedica, con una media di 20 servizi al giorno, tra emergenza e ordinari, svolti quotidianamente da una cinquantina di volontari, la vera linfa di cui può vantarsi la Croce azzurra.
Il problema sono le risorse economiche. I costi sono aumentati, dai medici (circa 150mila euro all’anno in più) fino alle attrezzature, e solo in parte sono rimborsati dal sistema. Una piccola fetta arriva dai tre comuni con i quali l’associazione ha una convenzione, il resto è a carico della Croce azzurra e dei fondi che raccoglie dal territorio. Aumentano i costi così come i servizi, in particolare quelli ordinari e nell’ambulatorio, ulteriori costi che aggravano la situazione e di pari passo sono diminuite le quote versate.
«Ci sono circa 11mila famiglie nel territorio e lo scorso anno abbiamo avuto solo 1.966 quote, il 18 per cento – ha evidenziato Uccelli -. Da stasera ci impegneremo anche a girare le frazioni, proveremo a fare altri incontri, ma sembra che il territorio non abbia interesse. Finché è garantito, il problema non te lo poni – ha concluso -, ma se fermiamo i servizi, come l’automedica, non è che il giorno dopo ripartono». L’appello è quindi rivolto al territorio, alla popolazione e alle aziende, perché facciano sentire il loro sostegno prima che un servizio vitale venga a meno. Una decisione che nel breve periodo va affrontata.
Maria Chiara Pezzani
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