Dal primo gennaio 2022
Sono stati 263 gli sfratti eseguiti da inizio anno a Parma e provincia (di cui 131 con l'ausilio delle forze dell'ordine) e 468 i «preavvisi di rilascio» (il primo passaggio dello sfratto) spediti a inquilini morosi. In 336 casi è già intervenuto l'ufficiale giudiziario per sollecitare la consegna delle chiavi.
Dietro i numeri, storie difficili: famiglie dove si è perso un posto di lavoro, cittadini che si trovano a dover scegliere se pagare la bolletta o l'affitto, se riempire il frigo o assicurarsi un tetto sulla testa.
Per affrontare un'emergenza che la pandemia aveva congelato (con il blocco degli sfratti nel periodo dei lockdown, il 2020 e 2021) ma che la guerra e la crisi energetica hanno fatto scoppiare, si sono riuniti ieri mattina in Prefettura rappresentanti dell'ordine pubblico (il questore Massimo Macera e il comandante provinciale dei carabinieri Pasqualino Toscani), del Comune (l'assessore al welfare Ettore Brianti), dell'Acer (il presidente Bruno Mambriani), degli inquilini (per il Sunia Corrado Turilli e per il Sicet Raffaella Bertani), dei proprietari (Asppi con Alessandro Pitronaci). Assieme a loro, Paolo Spagnoli della Cgil, Fabrizio Rinaldi della Uil, Roberto Solimeo, responsabile dell'Ufficio notificazioni esecuzioni e protesti del Tribunale di Parma, e Simona Cocconcelli, presidente dell'Ordine degli avvocati di Parma.
Un incontro «positivo, che ha visto la condivisione di propositi ed intenti di tutte le parti: intercettare le situazioni a rischio e prevenire lo sfratto che, una volta innescato, è difficile fermare» dice il prefetto Antonio Garufi.
Lo strumento individuato: «Un tavolo di intermediazione, fra proprietari e affittuari, per intervenire alle prime avvisaglie di morosità, capirne i motivi e mettere in atto misure di sostegno», dice ancora Garufi. Un organismo che, aggiunge Ettore Brianti, dovrebbe iniziare a lavorare prima di Natale.
«Se un inquilino che è sempre stato corretto improvvisamente resta indietro con il canone, dobbiamo chiederci cosa è successo ed intervenire con pacchetti di sostegno, ad esempio con i fondi regionali per la morosità - dice Brianti - Se il problema è la perdita del lavoro, il sostegno può durare uno-due anni durante i quali avviare un percorso di ricollocamento». Insomma, muoversi ai primi campanelli di allarme.
Nel frattempo, ci si attrezza per aumentare la disponibilità di alloggi a canone calmierato: «Non solo attraverso l'edilizia residenziale sociale, ma anche con il recupero di parte del patrimonio edilizio Acer: circa 250 alloggi non disponibili perché necessitano di ristrutturazione - spiega Brianti - Servono oltre cinque milioni di euro. Il Comune ha messo a bilancio un milione di euro, con i quali partiremo subito. Contiamo di mettere a disposizione i primi alloggi a metà del 2023. Arriveranno da Regione, Acer e Fondazione Cariparma altri fondi con i quali speriamo di completare l'operazione a fine 2024».
Inoltre a breve, ricorda Brianti, sarà nominato il dirigente per le politiche abitative, una figura prevista dalla riorganizzazione della struttura amministrativa comunale: «Un regista tecnico che dovrà lavorare in concerto con i tecnici urbanistici e con i privati proprietari di alloggi, oltre che occuparsi della revisione delle graduatorie di chi è in attesa di una casa».
Monica Tiezzi
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