DIOCESI
San Francesco del Prato è diventato un santuario. Ieri pomeriggio in occasione della solennità dell'Immacolata, il vescovo Enrico Solmi ha presieduto la messa solenne durante la quale la chiesa - riaperta al culto al termine di imponenti restauri - è stata eretta a santuario diocesano.
In città sono presenti altri tre santuari: la Cattedrale (Maria Assunta), la Steccata (Santa Maria della Steccata) e San Quintino (Madonna dell'Aiuto). Considerando l'intera diocesi invece si arriva a diciotto santuari, a partire da quello di Fontanellato (Madonna del Rosario).
La celebrazione è avvenuta nella giornata di ieri perché all'interno della chiesa è presente una cappella dedicata all'Immacolata Concezione, a testimonianza del tradizionale culto francescano alla Madonna.
Monsignor Solmi per l'occasione ha sottolineato «la grande ricchezza per la nostra diocesi rappresentata dalla presenza dei tre ordini francescani storici, a cui si aggiungono quelli di Cella di Noceto e delle Clarisse Cappuccine di Lagrimone».
Quanto al nuovo santuario, considerata la peculiarità della sua storia (dalla radice francescana, all'utilizzo carcerario, fino al recupero al culto), rappresenta per la diocesi uno strumento privilegiato per favorire l'annuncio del Vangelo, l'esperienza della redenzione, della riconciliazione e della pace. «Da una parte la testimonianza evangelica di san Francesco e dei suoi seguaci, e dall’altra l’umana sofferenza di molti detenuti, illuminata dalla carità cristiana della Beata Anna Maria Adorni e del Venerabile Lino Maupas nel tempo in cui chiesa e convento sono stati ridotti a carcere - ha affermato monsignor Solmi - costituiscono i punti principali da cui sviluppare l’identità spirituale e l’azione pastorale del Santuario». «Questo Santuario - ha precisato - è luogo di evangelizzazione e di preghiera, in cui il popolo di Dio possa sperimentare le beatitudini evangeliche e chi non le conosce ne possa udire l’annuncio».
Nell'omelia il vescovo ha riflettuto sul significato più profondo della solennità dell'Immacolata che «svela l'identità di Maria». «Maria - ha affermato - è “santa e immacolata di fronte a Dio”, usando le parole di San Paolo. L'essere concepita senza il peccato delle origini la rende libera di scegliere Dio e l’umanità. Mostra che è possibile superare il male della paura, che tra l’altro, secondo l’ultimo Rapporto Censis, domina i sentimenti degli italiani. Sentimento che atterrisce la storia, corrompe il volto di Dio e il nostro, rompe la comunione, la complicità, l’amore. Un’istantanea di scene esterne, di lotta e di guerra, ma anche interne alle case. Un mondo terribilmente nostro che patiamo e del quale vorremmo, come in una sorta di riscatto, essere liberati, tornare laddove questo non c’era».
Riflettendo quindi sulle parole «Il Signore è con te», il vescovo ha sottolineato che Maria ha il Signore nel cuore e nel grembo. «Ci svela che possiamo essere prossimi alla pace che nasce dal sapere e sentire il Signore in noi, come lei l'ha avuto» ha osservato. «Si alzò in fretta» non è solo lo slogan della prossima Giornata mondiale della Gioventù, «ma una scelta di vita - ha osservato monsignor Solmi - della quale tutti abbiamo bisogno. E che attendiamo in particolare dai giovani, per ricominciare».
Al termine della messa è intervenuto frate Francesco Ravaioli, padre guardiano del convento di San Francesco del Prato, ringraziando il vescovo e rivolgendo ai fedeli il benvenuto «nel santuario di San Francesco del Prato».
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