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TEATRO REGIO

Le prime parole del nuovo sovrintendente Messi: «Un Teatro ricco di professionisti capaci»

Il sovrintendente del Regio Messi: «Un Teatro ricco di professionisti capaci»

di Mara Varoli

15 Dicembre 2022, 03:01

«Sono emozionato e grato al presidente e al consiglio di amministrazione della Fondazione per questo nuovo incarico prestigioso, grazie al quale avvieremo un nuovo percorso insieme».

È felice Luciano Messi, nominato ieri sovrintendente della Fondazione Teatro Regio per il triennio 2022-2025. Un uomo dei nostri tempi dal respiro internazionale: maceratese, classe 1971, Messi è presidente di Atit - associazione dei Teatri italiani di tradizione, vicepresidente di Federvivo e direttore della Fondazione Rete lirica delle Marche. È stato sovrintendente dell’associazione Arena Sferisterio di Macerata dal 2015 al 2022 e nell’arco della carriera ha organizzato e diretto tutte le principali aree operative del teatro. Non solo: da Classic Voice è stato riconosciuto come una delle dieci personalità più rilevanti del mondo della musica nel 2020. Ed è componente del Tavolo della Danza istituito al ministero della Cultura e del Comitato per la salvaguardia dell’Arte del canto lirico italiano, che sostiene la candidatura dell’Italia per il riconoscimento Unesco di questo patrimonio culturale immateriale. «Sono certo che Luciano Messi possa avere le competenze, l’esperienza e la sensibilità per guidare il nostro Teatro verso uno sviluppo artistico, culturale e sociale che dia valore alla nostra città e che mantenga la solidità dei rapporti internazionali costruiti in questi anni», ha detto il sindaco e presidente della Fondazione Michele Guerra.

Ma qual è l'idea che Messi ha del Teatro Regio?

«Il Teatro Regio è un’istituzione di produzione artistica di riconosciuta eccellenza - ha proseguito il nuovo sovrintendente - la cui forza risiede nella sintesi tra tradizione e innovazione, e nel capitale umano che ci lavora e lo sostiene. La mia visione è quella di un Regio in dialogo autentico con il suo territorio e al tempo stesso nel cuore delle sfide culturali del nostro Paese, oltre che al centro di una intensa rete di relazioni internazionali. Un teatro inclusivo, sostenibile e generativo, pronto a fare la sua parte nella grande transizione socio-culturale che stiamo vivendo».

Ha avuto altre occasioni per conoscere il nostro teatro e la nostra città?

«Una città bellissima - ha confermato -. In questo momento sto passeggiando per Parma e non si sa da che parte guardare tanto è bella. Una città che conosco: ho partecipato a diverse iniziative per Parma capitale italiana della cultura e ho avuto l'opportunità di apprezzarne anche il territorio. In più occasioni sono poi venuto al Teatro Regio sia per la stagione di tradizione che per il Festival Verdi. E il Teatro Regio è un punto di riferimento: uno dei principali teatri di tradizione con una storia strepitosa e con un Festival che rappresenta un'eccellenza».

Per cui quali saranno i principi a cui si ispirerà?

«Ora si apre un ciclo nuovo e potervi partecipare mi rende particolarmente contento - ha risposto Messi -, con il migliore coinvolgimento di tutti, mettendo a valore le maestranze del teatro che hanno dato prova di sé anche in anni complicati. Sono consapevole di guidare una macchina di qualità, con professionisti capaci e in grado di raccogliere le sfide di questo nuovo millennio».

Ma quali saranno le parole chiave del suo progetto?

«Sarà un lavoro che verrà presentato al momento giusto - ha concluso Messi - e in modo più articolato, dopo aver preso visione della situazione e dopo aver raccolto dati precisi. Sicuramente, tra le parole chiave la prima è qualità per un'apertura del teatro, affinché si metta in dialogo con il territorio e con il panorama nazionale e internazionale. Così come è importante la parola relazione, per valorizzare il capitale umano di cui la Fondazione è ricca. In un percorso ci sono delle tappe e quella della nomina è una prima tappa: il calcio d'avvio per poi progressivamente entrare più nel dettaglio. Quella del Teatro Regio è una realtà ricca di saper fare e sarà bello confrontarsi con tutti per dare il massimo».

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