COMUNE
Il caro energia e gli aumenti dei costi della materie prime «costringono» il Comune a rivedere i trasferimenti verso la società partecipata «Parma Infrastrutture», la realtà che gestisce il patrimonio immobiliare comunale. Per il 2023 infatti, i costi energetici potrebbero superare i 7 milioni di euro, contro una media di spesa di 3 milioni degli ultimi anni.
E' quanto emerso ieri pomeriggio in Municipio durante la seduta congiunta delle commissioni consiliari «Bilancio e Affari finanziari» e «Garanzia e Controllo», dedicata ai piani industriali di «Parma Infrastrutture» e della holding comunale Stt.
Inizio con nota polemica
I lavori si sono aperti con una nota polemica di Priamo Bocchi (Fdi), presidente della commissione «Garanzia e Controllo», dopo che la seduta è iniziata con mezz'ora di ritardo per la mancanza del numero legale (così come era accaduto anche nei giorni scorsi, in altre sedute). «Dopo l'agonia con cui sono iniziati ancora una volta i lavori - ha dichiarato - chiedo una maggiore puntualità e presenza, anche tramite deleghe, ai consiglieri. Il rallentamento dei lavori non è rispettoso nei confronti degli ospiti delle commissioni».
La premessa
La presentazione del piano industriale di «Parma Infrastrutture» è stato anticipato dall'intervento di Francesco De Vanna, assessore ai Lavori Pubblici. «L'attuale contesto è caratterizzato dall'aumento dei costi energetici e delle materie prime, che impattano significativamente sul piano industriale della società - ha spiegato -. Per il 2023 è previsto un contributo in parte corrente alla società di 12,5 milioni di euro (quest'anno era stato di 10 milioni), utilizzando parte degli oneri inizialmente ipotizzati per il piano triennale delle opere pubbliche. La società gestisce il patrimonio immobiliare del comune e deve fare fronte agli aumenti dei costi dell'energia e delle materie prime. Per questo abbiamo scelto di privilegiare un contributo in parte corrente, a fronte di un contributo per investimenti contratto rispetto alle stime del 2022».
Nonostante i rincari, viene confermata la scelta politica di proseguire gli interventi di adeguamento sismico su scuole e asili. Stesso discorso per il miglioramento energetico del patrimonio comunale. L'amministratore unico Roberto Di Cioccio ha spiegato che il contributo ipotizzato inizialmente «era di oltre 14 milioni». «Il confronto col Comune - ha precisato - ha portato a ridurre questa cifra e a una conseguente contrazione nella pianificazione delle opere».
Il futuro di Stt
Thomas Gardelli è il liquidatore della holding comunale Stt; dal primo giugno di quest'anno ha sostituito l'amministratore unico Luigi Bussolati. Illustrando i compiti affidatigli attraverso una specifica delibera, ha spiegato che il prossimo anno verrà rimosso l'amianto dagli immobili dell'ex macello e dall'ex scalo merci. La situazione più delicata riguarda Stu Stazione (la società guidata dall'amministratore unico Isabella Tagliavini, che gestisce la riqualificazione dell'area stazione) con la revisione di progetti e valori legati agli stralci ancora da realizzare. «Al momento Stt ha in cassa 4 milioni - ha precisato Gardelli - e 32 milioni di azioni Iren. Mi piacerebbe concludere il lavoro restituendo al Comune un bel tesoretto».
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