Lutto
Mezzano Inferiore ha perso un tassello importante della sua storia recente e una colonna portante della comunità. Nella sera della Vigilia di Natale si è improvvisamente spento Bruno Mori, per decenni fornaio del paese.
85 anni, originario di Luzzara, Bruno - per tutti in paese «Cabola al forner» - era arrivato a Mezzani negli anni ‘60 per amore di Dolorice, da cui ha avuto i figli Carmen e Ivan.
Impasti e cotture non avevano segreti per lui, che fin da ragazzino lavorava tra forni e farine, e così, nel 1970, ha deciso di mettere la sua maestria a servizio del paese che lo aveva accolto, aprendo con la moglie un panificio, diventato poi la «bottega» in cui trovare tante prelibatezze rigorosamente fatte in casa (nella gestione sono poi stati affiancati dai figli).
Ma non era solo il suo mestiere a renderlo una figura importante per il paese: il suo carattere gioviale e la capacità di scherzare con tutti e di tutto erano la caratteristica che faceva sì che tutti ne apprezzassero la compagnia. «Il soprannome Cabola deriva da un gioco di carte: finito di lavorare, amava infatti fermarsi a giocare un po’ con gli amici, fare due risate e chiacchierare dei fatti del giorno. E “Cabola” è diventato per tutti», spiega il nipote Mattia.
«Fin da giovane Bruno ha avuto problemi di vista, gli stessi che lo hanno poi costretto ad abbandonare il lavoro in bottega, ma era capace di scherzarci - ricorda Romeo Azzali, vicino di casa e regista per passione -. Nei primi film che registravamo in paese era una presenza fissa. Proprio per il suo difetto alla vista, in “Intrigo a Mezzani” il suo personaggio era l’unico testimone oculare del fatto da cui prendeva origine la storia. Ma Bruno non era solo un attore del nostro cast storico: uno dei momenti dell’anno che amava di più era il carnevale ed è stato un grande animatore della tradizione mezzanese. Tra carri e travestimenti si è sempre dato da fare per contribuire alla buona riuscita della festa». Chiusa la bottega, Bruno aveva voluto mantenere la sua indipendenza, restando a vivere da solo (Dolorice è morta a soli 54 anni), anche se accudito quotidianamente dai famigliari, nella casa di via don Bernini.
Negli ultimi giorni il covid aveva però costretto tutti a un diradamento delle visite, e venerdì sera solo il genero Romano era da lui per la cena prenatalizia. Ma una volta seduto a tavola, Bruno si è accasciato e a nulla è servita la chiamata immediata al 118: il suo cuore aveva cessato per sempre di battere.
Il solo arrivo delle ambulanze davanti alla casa è bastato per far rimbalzare la notizia da una casa all’altra e a stendere una grande malinconia sul Natale mezzanese. Già da ieri pomeriggio la salma è stata esposta nella sala del commiato del San Mauro Abate, per accogliere il mesto viavai delle tante persone che lo hanno conosciuto e apprezzato. Da lì, oggi pomeriggio alle 14,30 partirà il corteo che lo riporterà in paese per il funerale che verrà celebrato nella chiesa parrocchiale, proprio a pochi passi da dove era iniziata la sua avventura da fornaio.
Chiara De Carli
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