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Tribunale

Villa Verdi, si va verso l'asta. La base oltre i 30 milioni

Villa Verdi, si va verso l'asta. La base oltre i 30 milioni

di Roberto Longoni

29 Dicembre 2022, 03:01

Cinque eredi. Troppi per una casa sola, specie se non portati alla coabitazione. E troppo pochi, quando un po' tutti noi sentiamo quelle spesse e antiche mura come nostre, così come sentiamo noi stessi parte del loro mondo. Villa Sant'Agata non è solo una grande residenza padronale, ma spartiti e libretti fatti pietra e tegole, parco e campi: chi ha sempre tenuto i piedi ben piantati tra le zolle doveva possederne in abbondanza, per potersi definire proprietario terriero e agricoltore. E Giuseppe Verdi questo diceva di sé. Scrigno di memorie e memoria essa stessa, la sua grande villa circondata dal verde secolare ora è in una sorta di limbo, dopo che il suo destino negli ultimi vent'anni è stato valutato da tribunale, corte d'appello e cassazione, per dirimere il contenzioso sulle quote tra gli eredi. Chiuso l'appartamento nel quale viveva uno di loro, chiusa - si spera per poco - la porta agli aspiranti visitatori. La residenza si è trasformata nell'incompiuta postuma del Maestro.

«Ai primi di dicembre - spiega il presidente del Tribunale Pio Massa - al termine di un lunghissimo contenzioso, è stata emessa l'ordinanza per la messa in vendita di Villa Verdi. Il ricavato sarà poi diviso tra gli eredi». Della pratica è stato incaricato il notaio (e presidente dell'ordine parmigiano della categoria) Giulio Almansi, al quale spettano le perizie tecniche e catastali, e la parola è passata ai periti, chiamati a inventariare e valutare la residenza costruita a metà dell'800 e tutto ciò che contiene. Per darle forma, il Cigno di Busseto per un po' aveva barattato gli spartiti con fogli da progettista: fu lui a disegnare a grandi linee quello che avrebbe dovuto diventare il nido per sé, Giuseppina Strepponi e i genitori. Il destino volle che Verdi morisse a Milano nel 1901, ma fu tra queste pareti che per mezzo secolo visse. Qui si deposero i respiri suoi e di chi gli stava vicino, l'eco di parole e di note destinate a diventare melodie immortali.

«Dal pettine di Verdi al suo cilindro, dalle tre carrozze al pianoforte - prosegue Massa - ai manoscritti e ai mobili sono stati inventariati 7.600 pezzi». A questo punto non resta che attendere la data e l'ufficializzazione della base d'asta. Spicciolo più, spicciolo meno, si parla di una trentina di milioni, 7 e mezzo dei quali per la sola residenza. Parrà strano, ma non è l'edificio a rappresentare la parte più preziosa. Il «lotto» è indivisibile, protetto dai vincoli decisi una quindicina di anni fa dallo Stato: ciò che vi è contenuto deve rimanere tra queste mura. Niente può essere venduto separatamente. E questo nell'ottica di fare della residenza un museo. In attesa dell'asta, il bene è stato affidato all'Istituto vendite giudiziarie di Parma. Ieri pomeriggio, Roberto Montecchi, titolare e direttore dell'Ivg ha completato la messa in sicurezza della villa, piazzando telecamere e sistemi di allarme e sostituendo tutte le serrature. Con le aste seguite al crac Parmalat, Montecchi pensava di avere raggiunto un limite difficile da superare. E invece. Si parte da oltre 30 milioni (impossibile dare una cifra precisa, fino a quando non si saranno studiate una per una le quattromila pagine della perizia) come si è detto. Cifra che verrebbe ribassata in modo sensibile - anche di un quarto, forse - se la prima chiamata all'acquisto andasse deserta. Ulteriori tagli seguirebbero in caso di altre mancate vendite.

Ne servirebbero un po', per avvicinarsi alla cifra che lo Stato si è detto pronto a investire per fare della tenuta un museo vero e proprio: venti milioni di euro. «In ogni caso - sottolinea il presidente del Tribunale - lo Stato ha diritto di prelazione sull'acquisto del bene e inoltre nulla può cancellare i vincoli conservativi imposti dai Beni artistici». L'impressione è che Roma per ora resterà a guardare, in attesa degli sviluppi (e sperando in riduzioni di costi).

Certo, non si tratta solo di una questione economica. E geografica: Villa Sant'Agata, appena al di là del confine piacentino, è un luogo a sé. Di recente lo hanno dimostrato le autorità di entrambe le sponde dell'Ongina, pronte ad accompagnare insieme il ministro Gennaro Sangiuliano. Più che di Piacentino o Parmense, giusto parlare di Terre verdiane. Che hanno un posto nel cuore anche di molti stranieri. «Hanno scritto da tutto il mondo, per dirsi disposti a impegnarsi per la memoria del Maestro». Massa ricorda lettere dalla Svizzera, dalla Francia, da un'associazione filoverdiana di Amburgo. Lui stesso, pugliese di nascita e piacentino d'adozione, si dice un «amante della lirica importato». Appassionato di Verdi, a sua volta spera che il sipario sulla «ventottesima opera» del Maestro, fatta di pietre, si alzi al più presto.

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