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Commercio: il bilancio del 2022

«Un anno tra luci e ombre: prima la ripresa e poi la stangata»

«Un anno tra luci e ombre: prima la ripresa e poi la stangata»

di Luca Pelagatti

30 Dicembre 2022, 03:01

«Più che auguri, servono scongiuri». Può sembrare una battuta cinica ma chiedendo come il mondo del commercio e delle attività produttive si stia preparando al 2023 che è alle porte è questa la risposta che si sente ripetere, più volte, a mezza bocca. Perché dopo la pandemia e il tana libera tutti della fine lockdown molti si preparavano a rimettere la quarta. Ed invece dalla padella si è precipitati nella brace. E dopo il virus sono arrivate la guerra e la crisi energetica. Nessuno lo vuole dire: ma gli scongiuri riguardano proprio una nuova, imprevedibile, emergenza.

«Se guardiamo al 2022 ci troviamo davanti un anno a due velocità, con due volti – spiega il presidente di Confesercenti, Antonio Vinci. - La prima parte è stata caratterizzata da una ripartenza decisa che ci ha fatto ben sperare, sia per quanto riguarda il commercio sia per i pubblici esercizi mentre gli ultimi mesi hanno risentito in maniera forte dell'aumento delle spese e dell'inflazione».

Insomma, poteva essere un anno da celebrare. Ma alla fine ci si è trovati davanti una tavolozza di ombre. «In particolare, possiamo dire che c'è stata una crescita per i settori del turismo e dei servizi, mentre quello del commercio resta in forte sofferenza», fanno sapere da Ascom», dove si sottolinea come lo scoppio della guerra in Ucraina e la conseguente impennata dei costi dell’energia, unitamente agli effetti della pandemia ancora presenti, hanno fortemente inciso sui bilanci gravando ulteriormente su imprese e consumi.

«L’andamento delle imprese è stato diverso a seconda dei settori: – aggiunge Cristina Mazza, vicedirettore Ascom Parma e responsabile Centro Studi - alimentari e pubblici esercizi registrano complessivamente un bilancio positivo che premia in particolare coloro che hanno saputo sempre più sviluppare la propria mentalità imprenditoriale. Altri settori invece, come quello della moda, pagano gli effetti di un cambiamento epocale nelle abitudini e nelle scelte di acquisto dei consumatori, registrando soprattutto a Natale vendite inferiori alle aspettative con un calo della spesa media e della propensione ai regali».

Insomma, ci troviamo più o meno a fare i conti con le conseguenze della tempesta perfetta? Potrebbe sembrare così. Ma in realtà non si deve cedere al pessimismo. «Ad esempio, si nota una riscoperta dei negozi di prossimità, degli esercizi vicini alle case che sanno offrire alta qualità specializzazione, un servizio mirato e cura per i rapporti con i clienti», prosegue Antonio Vinci. - E questo si è notato anche nel periodo di Natale». Con buona pace di chi prefigurava un mondo dominato solo da quel grande fratello che è shopping in rete mentre, altro segnale che incoraggia, il mondo della ristorazione ha ritrovato clienti e tavoli prenotati. A riprova che nonostante tutto la voglia di uscire e stare insieme non si è spenta. «E anche i problemi che si sono evidenziati per quanto riguarda il personale, dopo un iniziale periodo di emergenza, sta lentamente rientrando».

Allora possiamo rinunciare agli scongiuri? Non è il caso. O forse è meglio per affermarlo. «Sono ancora mesi difficili – conclude Vittorio Dall’Aglio, presidente Ascom Parma - Il 2022 avrebbe dovuto essere l’anno della ripresa, ma poi in Europa è accaduto quello che nessuno pensava potesse accadere. E’ dunque fondamentale continuare a confrontarsi con tutte le forze politiche e sociali e in particolare le Amministrazioni pubbliche: noi lavoreremo sempre a fianco delle imprese per trovare soluzioni concrete e poter riuscire a dare speranza e prospettiva a famiglie, imprese e lavoratori». E forse questo è il vero scongiuro che serve e servirà sempre: quello che si basa sul fare. Facendo tutti quanti la propria parte.

Luca Pelagatti

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