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Una ricorrenza speciale

Modello di sport e di inclusione: la Polisportiva Gioco compie 40 anni

Modello di sport e di inclusione: la Polisportiva Gioco compie 40 anni

di Vittorio Rotolo

03 Gennaio 2023, 03:01

Vittorio Rotolo

Quarant'anni di gioco, inteso nel senso più nobile di una parola che suona ancora meglio se associata ad un'altra carica di significato: inclusione. Quarant'anni di Polisportiva Gioco, a Parma: colorati di entusiasmo, riempiti di vita e di attività rivolte a ragazzi e persone diversamente abili, creando le premesse per la diffusione di una cultura sportiva che si trasforma in valore sociale e abbatte ogni barriera.

Una ricorrenza speciale quella celebrata dalla società, nata nel 1983 all'ombra dell'Istituto Don Gnocchi, struttura che accoglieva allora un centinaio di giovani con disabilità. «Poliomielitici, distrofici, amputati, paraplegici che desideravano cimentarsi in un'attività che li impegnasse fisicamente e socialmente» ricorda il dirigente della Gioco, Antonio Franceschetti, autore di due volumi che «raccontano» l'esperienza della Gioco: Il libro di Giò e Parmanauti per Gioco. Nuoto, atletica, tennistavolo le prime discipline avviate da quella che all'epoca si chiamava Associazione Polisportiva Don Gnocchi, nella palestra e nella piscina comunale di viale Piacenza, sotto la guida dello storico allenatore Giuliano Giacopinelli.

Sono gli anni delle prime trasferte, a Modena e Milano. Ma anche più lontano: a Padova, Trieste, addirittura a Bari. Un atleta della Don Gnocchi partecipa alle Paralimpiadi di Los Angeles, nel 1984: Claudio Bardiani, il suo nome. Quattro anni più tardi, a Seul, un'esperienza analoga la vivrà Margherita Casu, che va a un passo dal podio nel nuoto. Nel 1990 dalla vecchia sede di piazzale dei Servi, la società si sposta in viale Barilla e nei capannoni dell'ex zuccherificio concessi dal Comune, assumendo la denominazione di Polisportiva Gioco. Cresce la domanda e le iniziative si moltiplicano. «Il capannone si trasforma così in una palestra polivalente - racconta ancora Franceschetti –: le attività, in particolare il nuoto, si aprono al territorio, garantendo nel quartiere un altissimo livello di socializzazione. Vengono organizzate iniziative, durante il periodo estivo, a beneficio delle famiglie con figli disabili, e si avviano i primi progetti nelle scuole». Dalla prima manifestazione di Special Olympics si arriva ad un ampliamento delle discipline: la Polisportiva Gioco abbraccia ora anche canoa, tiro con l'arco, pallanuoto e tiro a segno. Il 2004 è l'anno della svolta: gli uffici della Gioco si trasferiscono al Palaraschi e al basket in carrozzina - sezione che nel 2014, con sponsor Laumas Elettronica, conquisterà la A - si affianca l'hockey in carrozzina, praticato da giovani con gravi patologie invalidanti. La società parmigiana è tra le primissime in Italia a lanciarsi nel mondo handbike. Dance e danceability accolgono persone di età e disabilità diverse, mentre il sitting volley - sviluppato insieme all'Us Acli - si rivela subito un successo: in questa disciplina, proprio di recente, la squadra femminile ha conquistato la Coppa Italia.

Alla Polisportiva Gioco si è aggiunta la Giocoparma Asd: due anime diverse, ma che si incrociano spesso. «Stiamo cercando di dare a tutti la possibilità di frequentare e vivere il Palasport» afferma Michela Grasselli, coordinatrice dei progetti. «Lo sport è cultura e può veicolare, senza snaturarsi, anche iniziative inusuali: abbiamo attivato il corso di podcast, un altro di inglese, laboratori legati alle tematiche ambientali di Agenda 2030. Progetti che accolgono e valorizzano le qualità di ognuno», Con «Summer Palasport», nell'estate 2021, la Gioco amplia ulteriormente i propri orizzonti, dando vita ad attività ludico-ricreative e culturali del tutto trasversali. «SpaziSportiviEducativi», che proseguirà fino all'estate prossima, esalta le esperienze sportive e ludiche consentendo a ragazzi e adolescenti di riappropriarsi della fisicità e del movimento negati durante la pandemia. Yoga, minibasket, danza creativa e nordic walking le attività messe in calendario, per questi mesi, dalla Gioco. «Abbiamo imparato che bisogna venirsi incontro e aiutarsi» spiega il presidente Marco Tagliavini. «Mi piace pensare alla Gioco come un contenitore nel quale ciascuno può realizzare le proprie idee».

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