Intervista
Prima la contezza dei fondi a disposizione e, a seguire, tra fine febbraio e i primi di marzo, la presentazione del Festival Verdi 2023. Così l'agenda di Luciano Messi, 52 anni, sovrintendente del Teatro Regio ieri alla prima uscita ufficiale, a suo agio nel nuovo ruolo grazie alla presenza di «tanti artisti amici nel cast» e dall'avere al fianco la compagna Francesca Velani, già coordinatrice di Parma 2020 («Non gli do consigli, è molto autonomo», sorride lei nel foyer, segno di una serata distesa).
Messi viene da Macerata, città dove è nato e dove ha esordito nell'impegno teatrale trent'anni fa, fino a divenire sovrintendente dello Sferisterio: «Vi sono analogie tra Macerata e Parma - osserva - per la tradizione lirica e per la presenza di due importanti Festival - riflette - Tuttavia ogni esperienza è a sé, arrivo con l'entusiasmo di chi inizia una nuova sfida».
Sovrintendente, “eredita” questa Stagione lirica da Anna Maria Meo. Iniziare con un'opera “perfetta” come il «Don Giovanni» le parrà un buon segno...
«Certamente il “Don Giovanni” è un titolo strepitoso, come tutta la trilogia Mozart - Da Ponte. Inoltre nel cast trovo artisti amici, ne cito solo due: Carmela Remigio che debuttò con me a Macerata il ruolo di Donna Elvira, dopo essere stata per anni una Donna Anna di riferimento, e il maestro Corrado Rovaris che diresse la prima opera di Mozart che realizzai vent'anni fa».
L'attenzione è concentrata sul prossimo Festival Verdi: prima si presenta il programma e meglio è per la promozione all'estero...
«Il Festival Verdi è una priorità. Ma ho un'altra priorità: presentare entro fine gennaio le domande per il Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo, ndr) 2023 sia relativo alla Stagione lirica che al Festival. Vi è poi il finanziamento della Legge speciale per il Festival che segue un altro iter. Dopo, si potrà pensare a programmare il Festival: già lunedì incontrerò il Consiglio di Amministrazione per condividere le mie proposte».
Sarà un Festival nel solco delle ultime edizioni o ci saranno novità?
«Non posso ancora svelare nulla in merito».
A Parma ritrova Barbara Minghetti, che qui è, da otto anni, curatrice del Festival Verdi Off ma con cui ha lavorato fianco a fianco a Macerata. Una collaborazione che continuerà, immaginiamo...
«Con Barbara c'è una bellissima intesa, collaborativa, produttiva. Voglio capire quale sarà il nostro percorso insieme a Parma».
Non solo Verdi Off, dunque?
«Ho delle idee ma non ne ho ancora parlato a Barbara Minghetti, sarebbe prematuro dirlo qui».
Lei è al corrente delle polemiche che hanno accompagnato la decisione di far inaugurare all'Orchestra e al Coro del Comunale di Bologna il Festival 2022...
«Sono al corrente. Sto incontrando tutti i nostri fondamentali interlocutori, Alberto Triola della Toscanini, Fulvio Macciardi del Comunale di Bologna, ho fissato per la prossima settimana l'incontro con il Coro del Teatro Regio. Sono certo che troveremo un equilibrio nel segno della qualità».
Insomma, vede possibilità di conciliazione?
«Assolutamente sì, nel segno della valorizzazione reciproca».
Mara Pedrabissi
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