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Ireti ammette: «Travolti dalle procedure»

Ireti ammette: «Travolti dalle procedure»

di Michele Ceparano

19 Gennaio 2023, 03:01

I ritardi di Ireti nella procedura di allaccio degli impianti fotovoltaici e la mozione del consigliere di Europa Verde Enrico Ottolini per «impegnare il sindaco e la Giunta a ridurre le tariffe del teleriscaldamento vincolando Iren ad applicare i reali costi di produzione e a garantire la massima trasparenza» sono stati al centro della commissione consiliare congiunta riunitasi ieri pomeriggio nella sala consiliare del municipio. Per la commissione II, Garanzia e controllo, erano presenti il presidente Priamo Bocchi, il vicepresidente Leonardo Spadi e i consiglieri Alessandra Tazzi, Victoria Oluboyo, Cristian Salzano, Virginia Chiastra e Dario Costi. Per la IV, Ambiente, mobilità e transizione digitale, il presidente Oronzo Pinto, il vice presidente Enrico Ottolini, e i consiglieri Caterina Conforti, Giulio Guatelli e Anna Rita Maurizio. Hanno partecipato anche i consiglieri Saba Giovannacci, Franco Torreggiani e Antonio Nouvenne, oltre all'assessore alla Sostenibiltà ambientale ed energetica Gianluca Borghi.

Nel primo punto all'ordine del giorno è intervenuto, rispondendo anche a numerose domande dei consiglieri, Tommaso Poncemi, dirigente dei Servizi distribuzione di Ireti.

«Gli utenti - ha dato il via alla raffica di domande Ottolini - attendono anche quattro mesi per un allaccio». Poncemi non ha certo nascosto le difficoltà fornendo numeri eloquenti. «Nel 2022 Ireti, tra Parma e Torino dove opera, ha avuto 1230 richieste, il 55 per cento pervenute proprie da Parma. Nel 2021 erano state 457, 350 nel 2020 e 332 nel 2019. Si tratta, dunque, di un volume eccezionale che ha creato difficoltà». Tra fine settembre e inizio ottobre «abbiamo perciò messo insieme una task force per gestire questo accumulo e dal primo gennaio accorpato due strutture. Infatti, se prima se ne occupava “una persona e mezzo” adesso a occuparsene sono tre persone in più». Tra le cause dei ritardi anche «il cambio dei sistemi informativi e il potenziamento e rifacimento della rete stessa». Inoltre, sul banco degli imputati, oltre alle multe che si devono pagare per i ritardi, la burocrazia che rende complicato anche «l'iter semplificato, mentre quello ordinario a Parma è scelto in percentuali minori». Stimolato dalle domande ancora di Ottolini, ma anche di Salzano che ha chiesto «una comunicazione migliore con gli utenti», di Bocchi, che si è soffermato sui problemi tra sistema informatico e domiciliazione, Costi e Torreggiani («Sulla concorrenza i cittadini sono sommersi di telefonate, ma quando chiamano loro fanno fatica»), Poncemi, la cui «umiltà» è stata apprezzata da Costi, ha ammesso che «a settembre abbiamo allacciato con sei-sette mesi di ritardo, ma ora i tempi medi sono diminuiti». Sui numeri delle richieste non si aspetta che «il trend torni a livelli inferiori», quindi si è detto favorevole alla richiesta di Costi, di rivedersi «a primavera per valutare i numeri».

Sulle tariffe del teleriscaldamento, che ha visto la presenza dei dirigenti di Iren Enrico Basso e Giampaolo Robuschi, è stata, poi, la volta della mozione presentata da Ottolini. Se i primi due punti (impegnare il sindaco e la Giunta «a fare in modo che le tariffe applicate da Iren siano calcolate sulla base dei reali costi di produzione già a partire dal 2022-23 per assicurare equità dei prezzi, in coerenza con le indicazioni di Arera» e a costituire «un tavolo permanente con Iren affinché sia garantita la massima trasparenza sul calcolo delle tariffe trimestrali») non hanno suscitato commenti contrari da parte dei membri delle commissioni (Guatelli ha ricordato che «il Pd è da sempre in prima linea su questo tema» e la Maurizio che «quello delle tariffe è un problema cruciale»), diversa è stata l'«accoglienza» riservata al terzo punto. Ottolini ha, infatti, chiesto di «sospendere qualsiasi progetto, previsione o programmazione di investimenti finalizzati all'estensione della rete di teleriscaldamento». E qui hanno espresso grosse perplessità Salzano, Nouvenne, oltre che l'assessore Borghi che ha pronunciato un «no secco». Inoltre, sull'«iniquità» delle tariffe, Basso ha ribattuto che «sono tariffe di mercato e il cliente può scegliere tra teleriscaldamento e caldaie a gas». Insomma, così com'è, ha fatto capire Salzano, la mozione nel prossimo consiglio comunale non passerebbe. L'invito di Pinto è stato perciò quello di «rivederla». Ottolini, da parte sua, tra le varie ipotesi, ha fatto quella di un «emendamento nel prossimo consiglio».

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