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L'affresco nella Cripta

Tutti i segreti della Madonna ritrovata in Duomo

Un anno per il restauro, spesa 33 mila euro

Tutti i segreti della Madonna ritrovata in Duomo

di Monica Tiezzi

23 Gennaio 2023, 03:01

Ha catturato la fantasia e la sensibilità di molti parmigiani la «Madonna ritrovata» presentata sabato in Diocesi e scoperta casualmente dietro un muro della cripta della Cattedrale. Grande l'interesse sui social per l'affresco - presumibilmente tardo Quattrocentesco - e anche dal vivo, con varie persone che ieri hanno cercato di intravedere dalle due finestre di ispezione praticate nel muro di mattoni le figure della Vergine e del bambino.

L'iter per arrivare al recupero dell'affresco, che presenta almeno otto figure, è stato lungo, spiega Sabrina Giorgi, direttrice dell'Ufficio beni culturali della Diocesi. È stata necessaria una commissione ad hoc della Soprintendenza che valutasse la fattibilità del restauro. Il costo stimato, per ora, è di 33 mila euro. Il lavoro dovrebbe concludersi entro fine 2023. I primi passi saranno la rimozione del festone settecentesco della lunetta (che sarà ricollocato in un'altra area della cripta) e la demolizione del muro di mattoni.

Intanto emergono altri particolari sull'affresco, che è stato ispezionato con l'ausilio di una microtelecamera. Anzitutto, il fatto che sia stata creata un'intercapedine di circa 15-20 centimetri fra il dipinto e il nuovo muro testimonia che ci si era resi conto del valore dell'opera, che quindi non è stata coperta di calce e ridipinta, come successo nei secoli per altri manufatti artistici.

La restauratrice Silvia Simeti fa notare, nella sua relazione, che l'architrave del trono su cui siede la Madonna - con una complessa architettura e un tessuto elaborato a motivi geometrici rosa-arancio, verde e oro - reca la scritta, parzialmente leggibile, «Ave Regina Gratr»: si tratta di una Madonna delle Grazie.

La Vergine indossa il classico manto blu drappeggiato sui cui bordi corrono scritte in oro. L'unica per ora leggibile, sulla manica sinistra, recita «Minus».

Lo sguardo, pur dolce, è assorto verso il Figlio, le palpebre abbassate. Gesù Bambino, sul ginocchio sinistro della mamma e trattenuto in vita dalla mano sinistra di lei, è seduto su un ricco cuscino con nappe e bordure dorate e guarda verso l’osservatore con volto serio: al collo e al polso monili rossi di corallo, simbolo della Passione - tema frequente nella pittura rinascimentale - così come l'uccellino che stringe nella mano destra.

Di non facile lettura, per ora, l'incontro fra la mano destra della Madonna e quella sinistra del bimbo, che sembrano stringere entrambi qualcosa, forse un velo, ipotizza la restauratrice.

A sinistra del trono un vecchio con la barba (quasi certamente San Pietro, visto la grossa chiave che pende da un laccio nel mignolo della mano destra) e un giovane dai capelli mossi biondi e il manto rosso, forse San Giovanni Evangelista. A destra della Madonna, tre figure identificate con Gioacchino e Anna e la Madonna bambina che viene presentata al Tempio. Più una figura di cui si intravedono le mani bianche (una sul capo di Maria, l’altra aperta in segno di accoglienza), e un lembo del manto: potrebbe trattarsi di un sacerdote del Tempio.

Impossibile per ora dare un nome all'autore o azzardare una data di esecuzione. Il professor Arturo Carlo Quintavalle, storico dell'arte che fa parte della commissione scientifica assieme ad Aldo Galli, docente dell'Università di Trento, interpellato dalla Gazzetta spiega che bisognerà attendere il restauro per una lettura compiuta dell'opera.

Ma alcune ipotesi cominciano a circolare, a partire dalla discontinuità che sembra emergere fra la parte destra e quella sinistra del dipinto.

Per Silvia Simeti i volti di profilo di Gioacchino ed Anna sono somiglianti a quelli degli stessi personaggi della Cappella Ravacaldi, anch'essa quattrocentesca, sempre nella cripta. Mentre San Pietro e San Giovanni sembrerebbero rimandare alla bottega di Filippo Mazzola.

Monica Tiezzi

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