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Intervista

«Una Roberta a Parigi»: con la Cecchin risate d'oltralpe

«Una Roberta a Parigi»: con la Cecchin risate d'oltralpe

di Matteo Scipioni

01 Febbraio 2023, 03:01

State attenti, amici francesi, perché se venite in Italia a dire che siete in forma rischiate di essere fraintesi. Tra le risate s'intende. «Avoir la patate», infatti, a Parigi vuol dire «essere in forma».

Doppi sensi e diversità culturali, dalla macchinetta del caffè in ufficio agli aperitivi con gli amici al bistrò. E risate, tante risate. Arriva nella nostra città lo spettacolo di Roberta Cecchin: «Una Roberta a Parigi».

Lei è emozionata, lo nasconde ma la sua risata non lascia dubbi: «Mantua me genuit, Parmae rapuere, tenet nunc Lutetia Parisorum», cita modificando Virgilio. Emozionata perché torna qui «a casa» a proporre una cosa in cui crede tanto. Un passo indietro: «Mia mamma è parmigiana (Coltaro, ndr), mio padre mantovano e il mio cognome è veneto», spiega come per tradurre la sua verve, la sua esplosività e la sua «parlantina» multiculturale.

Nata a Mantova, ha vissuto a Parma per 20 anni prima di trasferirsi a Parigi, dove vive e lavora da otto anni (per Crédit Agricole). «Ho preso da mia mamma, la verve e l'ironia», spiega per poi precisare: «L'ironia mi è sempre servita anche ai tempi dell'Università per tenere alta l'attenzione quando tenevo master o intervenivo nei convegni».

L'oratoria e lo stile, poi, «fanno parte del mio bagaglio di esperienza: vita e curiosità». Ah, lo spettacolo è in francese, ma avendolo visto, anche chi non mastica la lingua d'oltralpe come Molière, capisce e ride a ritmo di doppi sensi, analogie linguistiche e ricordi di dialetto parmigiano. Tranquilli, a chi prenota il biglietto (per averli andate sul profilo Instagram di Roberta e troverete tutte le info: la prenotazione è obbligatoria) verrà mandato un piccolo vademecum con qualche spiegazione (e qualche inevitabile sorriso).

«Quando ho capito e deciso che la mia vita sarebbe continuata a Parigi - prosegue Roberta -, ho pensato di portare avanti un progetto personale: o un Apecar con anolini in brodo o creare e recitare in uno spettacolo». Poi la pandemia: «Mi è servita per scrivere i testi». Studiati minuziosamente anche per la pronuncia, basta un accento e il significato della frase cambia completamente. Un ritorno nella piccola Parigi da Parigi: «Vero, hanno moltissime cose in comune: elementi stilistici, palazzi e colori, come parallelismi figurativi, vedi il Petitot o l'arco di San Lazzaro». Poi precisa: «Non sto scherzando, Parma è anche più elegante di Parigi, lo stile delle persone hanno qui non lo vedete all'ombra della Torre Eiffel».

Ma Roberta ha un lavoro impegnativo e prestigioso in Francia: «Da sempre sono abituata a portare avanti più progetti paralleli. Di quelli mi occupo, quindi, teatro e finanza assieme non mi creano impedimenti. In Francia, poi, ci sono più ferie che in Italia». Infatti Roberta dal teatrino di Pigalle sta portando in giro per la Francia il suo spettacolo: «Mi avevano proposto Milano, ma io volevo fortemente che Parma fosse la prima data italiana». E poi? «A luglio ho l'“Off” di Avignone (prestigioso appuntamento teatrale di livello mondiale, ndr), oltre al mio calendario francese di date».

Ma la Cecchin è impossibile da fermare: «Sto preparando anche uno spettacolo in italiano: raccontare agli italiani come si vive in Francia». Ma è un'altra puntata di un vulcano che per ora è pronto a esplodere sabato al «Borgo Santa Brigida 5/A». E come a Parigi, dove dopo lo spettacolo ci sono l'aperitivo e la cena in locali italiani, anche qui il dopo show è sfizioso: «Spero di portare qualcosa di francese da mangiare - ride Roberta - anche se non credo che il prosciutto e il formaggio buono qui a Parma manchino».

Matteo Scipioni

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