La comunità di Marore
È il 1982, quando il vescovo di Parma Benito Cocchi dice a don Luigi Valentini: «Hai bisogno di una parrocchia piccola, ma con una canonica grande!».
Comincia così l’avventura della comunità “Betania” che oggi compie quarant’anni, sempre sotto la guida di don Luigi che, in questi otto lustri, ha avuto a fianco straordinari sacerdoti, suore preziose, imprenditori generosi, amici instancabili, istituzioni attente e, soprattutto, i ragazzi cui ha dedicato e continua a dedicare la vita. Senza risparmiarsi.
Don Valentini nasce a Reggio Emilia il 20 gennaio 1942, viene ordinato sacerdote il 17 maggio 1970 a Roma, da Papa Paolo VI°.
Nel 1982-1983 partecipa a un corso di qualificazione nel campo delle dipendenze promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dalla Caritas Italiana.
Parroco di Marore (frazione di Parma) dal primo ottobre 1983 inizia, nella “piccola parrocchia con una grande canonica”, la costruzione di “Betania”.
Dal 1991 al 2003 è consigliere e vice presidente nazionale del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza).
Dal 5 maggio 1992 è coordinatore nazionale del gruppo spiritualità del Cnca.
Dal 1999 al 2001 è membro della Consulta del volontariato in sanità presso il Ministero della Sanità presieduta dai ministri Rosy Bindi e poi Umberto Veronesi.
Il 27 dicembre del 2005 è nominato Commendatore della Repubblica dal Presidente Ciampi. Dal 25 dicembre 2013 al primo settembre 2021 è stato vicario generale della diocesi di Parma.
Tutto questo in una vita che, anche solo considerando ciò che ha saputo fare in questi ultimi quarant’anni, ne vale almeno due.
Occorre dire, prima di parlare di tutto ciò che è riuscito a realizzare in questi anni don Luigi, che a Marore ha vissuto negli anni ‘20 del ‘900 Giovannino Guareschi che prendeva lezioni di latino dall’allora parroco don Lamberto Torricelli, il primo prototipo di “don Camillo”: un pretone alto due metri e con le mani grandi come badili con le quali, ogni tanto, allentava qualche scappellotto al poco disciplinato studente Giovannino.
Alle scuole elementari di Marore insegnava la madre di Guareschi, Lina Maghenzani, e qui, nella vecchia scuola, i genitori dello scrittore sfollarono durante la seconda Guerra Mondiale.
Giovannino restò sempre legato al comunello (Marore in quegli anni faceva comune) da dove partiva, a cavallo di una sgangherata bicicletta, per andare a Parma, come cronista al “Corriere di Parma” (la Gazzetta di allora, assorbita dal “Corriere”), tanto che, in quegli anni, lo pseudonimo con cui firmava gli articoli era “Cometa da Marore”.
Don Luigi Valentini, per quanto alto e prestante, non ha esattamente le phisique du rôle del pretone guareschiano, ma è altrettanto tenace e volitivo e sarebbe di certo piaciuto a Giovannino, diventando un altro dei “venti o quaranta preti” che gli avevano ispirato la figura di don Camillo.
C’è, poi, un episodio significativo nell’attività di don Valentini: alla costruzione di un nuovo quartiere su parte di terreno di proprietà della parrocchia, una piccola “Maestà” rischiava di dover essere abbattuta.
Ma don Luigi, proprio come “Don Camillo monsignore”, fece in modo di lasciarla al proprio posto, sacrificando un alloggio perché quello, scriveva Guareschi, era occupato “da persona di nostro gradimento”.
Oggi il risultato di questi quarant’anni nella piccola parrocchia con la grande canonica è fatto di numerose case.
Il complesso parrocchiale di Marore, completamente restaurato, ospita la Comunità di accoglienza ed è così suddiviso: la casa colonica fornisce alloggio, in convivenza, a 19 persone, un secondo edificio è adibito ad uffici per l’amministrazione e attività terapeutiche per il recupero alcolisti, un terzo, costituito da alcuni capannoni, serve per la cooperativa; vi è poi le sede del Centro Studi, un ampio salone per le riunioni e varie attrezzature per le attività sportive e ludiche.
Nel 1987 Betania subentra nel servizio prestato da “La Strada” e riattiva la comunità di servizi residenziale di Ghiara di Fontanellato, denominandola “Cascinaghiara”.
L’attività di Betania a Borghetto di Noceto inizia nel 1989. I giovani, dopo una breve sosta a Marore, entrano nel pieno della dinamica comunitaria a Borghetto nella comunità «La Speranza» e qui è prevista la permanenza di alcuni mesi.
Ma molte altre sono le realtà legate a Betania. Casa Francesco a Parma è un alloggio protetto per malati di Aids che qui trovano un ambiente sereno, accogliente e improntato al rispetto reciproco e all’accettazione.
Una sede Betania a bassa intensità terapeutica è “Il Francobollo” a Coloreto. Appartamenti per il reinserimento si trovano a “Casa mia”, a Martorano di Parma. C'è poi la casa di accoglienza notturna “La Sosta” a Coloreto, mentre “Borgo San Giacomo” a Vallerano di Calestano è sede di formazione di vacanza e sede progetto “Genitorialità”. Per l'accoglienza temporanea stranieri in difficoltà ci sono “Mai più straniero Casa Ninetta”, a Martorano di Parma, e “La Meridiana”, a Traversetolo.
In tutto sono accolti oltre 140 ospiti: la canonica di Marore, per quanto grande fosse, a don Valentini non bastava e - ma è un segreto - non basta ancora...
Egidio Bandini
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