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Astronomia

La cometa e Marte: quei corpi celesti «catturati» a Parma

La cometa e Marte: quei corpi celesti «catturati» a Parma

di Michele Ceparano

14 Febbraio 2023, 03:01

«Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia». Non solo Shakespeare nell'Amleto dimostrava di essere sensibile ai corpi celesti. Anche a Parma è, infatti, molto attiva la Road (Rete osservatori astronomici digitali), associazione di astronomia presieduta da Antonio Cocconcelli che riunisce un gruppo di appassionati, spiega Franco Rosi, direttore dell'osservatorio astronomico di Urzano, «per diffondere e far conoscere le scienze astronomiche nei loro numerosi campi. Dalla “semplice” osservazione degli oggetti celesti a materie più complesse come la fotografia planetaria, solare o del cielo profondo (galassie, nebulose e ammassi globulari)».

Gli appassionati della Road, che può contare su quattro osservatori principali, sabato sera a Urzano, nel Comune di Neviano, hanno «catturato» due prede d'eccezione. «Molti ci avevano chiesto di poter vedere la cometa, detta dei Neanderthal, C/2022 E3 (ZTF) - dichiara - che attraversava il cielo del nostro emisfero ed è così nata l’idea di fare questo “regalo” tramite la Gazzetta». A questo gli astronomi parmigiani hanno aggiunto un ulteriore «regalo» fotografando Marte, «pur in condizioni poco favorevoli. A causa della presenza della luna che illuminava troppo il cielo notturno, «abbiamo atteso fino a sabato sera ottenendo dei buoni risultati. Le stelle appaiono “tirate” - spiega - a causa dello spostamento più veloce della cometa rispetto al moto siderale degli oggetti della volta celeste». Per la cometa il gruppo ha usato una macchina reflex modificata che può arrivare a 408mila Iso, mentre il «pianeta rosso» è stato catturato con delle webcam ad alta sensibilità.

«Abbiamo approfittato del fatto che la cometa transitava vicino a Marte nella stessa sera - prosegue -. Le foto della prima le abbiamo fatte alle 19,30, mentre del secondo intorno alle 21».

Fotografare stelle e pianeti è comunque «sempre una sfida perché non si sa mai come sarà il prodotto finale. I risultati arrivano, però, oltre grazie alle condizioni atmosferiche, anche con la preparazione e l'esperienza fotografica. Nel nostro caso, ad esempio, lavoriamo con otto metri di teleobiettivo che bisogna saper usare. Oggi la tecnologia aiuta - conclude -. A volte anche troppo perché attraverso i software qualcuno ottiene risultati un po' discutibili. Ma, in realtà, l'universo è rosso e blu, idrogeno e ossigeno».

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