Tribunale
L'aggressione fu rapida e, in un certo senso, nemmeno troppo violenta. Più che altro fu la forza del numero a farsi valere: cinque (forse anche più grandi d'età e di corporatura) contro due. Uno dei cinque - stando alle accuse, un ragazzo allora diciottenne - prese per il collo la vittima prescelta, un adolescente di appena un anno più piccolo, e le strappò la catenina d'oro. Si ignora sapere se la violenza avesse per obiettivo proprio quel bottino o se la catenina fosse piuttosto una sorta di «trofeo» del quale vantarsi di fronte a conoscenze più o meno comuni (di persona o nell'universo social). Chi aveva messo le mani addosso all'altro in qualche modo dovette ricredersi. Forse fu la notte a portargli consiglio, e così l'indomani restituì il maltolto. Troppo tardi, la denuncia era già scattata. Tempo poco più di un anno, e al giovane sarebbe stato presentato il conto giudiziario per quella che a tutti gli effetti era stata una rapina.
La vicenda risale ai primi dell'ottobre del 2021 ed ebbe come scena la zona di barriera Bixio. Alla fine delle lezioni, un ragazzo allora diciassettenne in compagnia di un altro più piccolo di lui di un anno si ritrovò a tu per tu con cinque giovanissimi con intenzioni niente affatto amichevoli. Non si sa se i due gruppetti si conoscessero da prima o se in qualche modo avessero avuto scambi di battute poco serene su Instagram. L'incontro andò a finire come si è detto, con il diciottenne che aggrediva l'altro, mentre un complice mai identificato (come gli altri tre del quintetto) gli copriva le spalle. Strappata la catenina d'oro, il diciottenne poi si allontanò, mentre alla vittima veniva impedito di inseguirlo, per cercare di recuperare ciò di cui era stato rapinato.
La denuncia scattò nel giro di poche ore e comunque prima che l'aggressore potesse dimostrare di essersi ravveduto. Il giovane, infatti, grazie a un amico che a sua volta riusciva ad avere contatti con il 17enne attraverso Instagram, fece in modo che la catenina d'oro tornasse nelle mani della vittima.
Ma intanto le indagini erano già scattate. E l'aggressore era stato individuato attraverso una serie di verifiche incrociate tra testimonianze e immagini delle telecamere di videosorveglianza. Anche tra i social si era indagato, ovviamente. La restituzione spontanea della catenina ha avuto giustamente il proprio peso nelle valutazioni del Gup che ha giudicato il presunto rapinatore: e infatti le attenuanti generiche sono state considerate prevalenti sulle aggravanti. Così (usufruendo anche dello sconto di un terzo garantito dal rito abbreviato) il giovane è stato condannato a due anni, due mesi e 20 giorni oltre al pagamento di 420 euro di multa. E ha potuto usufruire della sospensione della pena.
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