Ponte delle Nazioni
«Una vergogna, un gesto indicibile. Il giorno prima era tutto a posto. Io la lapide la guardo sempre e qualche volta, se si deposita un po' di sporco, la pulisco anche. È un gesto inqualificabile». È questo il resoconto della prima delle telefonate arrivate ieri in redazione dai residenti di viale Piacenza. Tutti i giorni, chi ha telefonato, passa dal ponte delle Nazioni e allunga lo sguardo alla lapide che ricorda Antonio Turi. È stato così anche ieri mattina e, racconta, «un vandalo ha pensato bene di mandare in frantumi la foto di quel povero ragazzo». Il suo racconto, come detto, non è il solo. Altri hanno chiamato per denunciare un gesto davvero inqualificabile contro la lastra di marmo che ricorda un grande atto di solidarietà.
Il 5 maggio del 1969 Antonio Turi, allora solo 17enne, si tuffò infatti dal ponte nella Parma nel tentativo di salvare la vita a Salvatore Frizzi, un pescatore di 64 anni, sorpreso nel torrente dalla piena. Il giovane, che si era trasferito a Parma dalla Basilicata per lavoro, provò in tutti i modi ad aggrapparsi all'uomo ma la corrente, alla fine, si portò via tutti e due.
La tragedia colpì nel profondo i parmigiani tanto che la Gazzetta di Parma lanciò una sottoscrizione: furono raccolti 15 milioni di lire, donati da tantissimi parmigiani, e l'anno dopo fu apposta la targa che ancora oggi ricorda Antonio.
La lapide, segnata dal tempo, è stata restaurata nel 2019, cinquanta anni dopo quel terribile 5 maggio, alla presenza del fratello Giovanni e della sorella Rosaria.
Una vicenda di grande altruismo che però non ha fermato la stupidità di uno o più vandali che l'altra notte di sono accaniti sulla foto del ragazzo mandandola in frantumi. Ora in pezzi attende solo un intervento immediato di ripristino sperando di poter recuperare la foto di quel ragazzo così generoso da donare la sua vita a soli 17 anni.
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