×
×
☰ MENU

LUTTO

Parma, addio a Gino Bolzoni, il meccanico di razza socio di Michelotti

Parma, addio a Gino Bolzoni, il meccanico di razza socio di Michelotti

di Luca Molinari

20 Febbraio 2023, 03:01

Se Alberto Michelotti è diventato un grande arbitro internazionale il merito è anche di Gino Bolzoni, lo storico socio dell'officina che hanno fondato assieme e portato avanti in tandem per trent'anni.

Meccanico di razza e lavoratore instancabile, Bolzoni è morto a 96 anni dopo averne trascorsi oltre ottanta indossando la tuta da lavoro.

Originario di Sala Baganza e sposato con Carmen, ha sempre vissuto a Parma, iniziando a lavorare in officina come garzone a soli 14 anni. Bolzoni aveva conosciuto Michelotti all'officina dei fratelli Compiani. Dopo aver lavorato una decina d’anni insieme sotto padrone, si erano messi in proprio rimanendo per trent'anni soci, ma soprattutto amici e confidenti. Diversi come carattere - Bolzoni era una persona riservata, Michelotti sempre gioviale e vulcanica - erano entrambi grandi lavoratori.

I due nel 1955, assieme a Sergio (fratello di Gino) avevano aperto una prima officina in piazzale Barbieri. Nel 1968, quando si era ritirato Sergio, si erano trasferiti in via Spezia, realizzando una nuova officina.

Nel 1984, una volta andato in pensione Michelotti, Gino aveva proseguito l'attività assieme al figlio Maurizio, per poi trasferirsi in via Mantova, dove dal 2011 ha sede l'Officina Bolzoni-Centro riparazioni, autorizzata Iveco e Mercedes.

Nel 1994 Bolzoni era inoltre diventato Cavaliere della Repubblica, una onorificenza di cui andava orgoglioso. «Papà era un lavoratore instancabile - ricorda il figlio Maurizio - ha sempre dedicato tutto se stesso per l'officina. Ha continuato a lavorare fino a poco tempo fa. ogni giorno dalle 6 alle 19 era con noi al lavoro».

Da ormai quindici anni anche il nipote Francesco lavora in officina. «Mio padre -prosegue Maurizio - era fiero che anche suo nipote avesse scelto di proseguire la sua strada. Non aveva altre passioni al di fuori di quella dei motori, per i quali ha dedicato tutta la sua esistenza».

A Bolzoni sono dedicati alcuni stralci del volume «Dirige Michelotti da Parma», scritto da Claudio Rinaldi e pubblicato nel 2010. Così Michelotti parlava di Bolzoni nel libro: «Mai uno screzio, mai. Una persona squisita, un’onestà e una capacità eccezionali. Una persona d’altri tempi. Uno che non mollava mai, come me. Per questo ci siamo trovati sempre bene».

Questa invece la testimonianza di Bolzoni: «I primi tempi sono stati duri, cambiali su cambiali. Ma eravamo tipi cocciuti, noi. E alla fine gli affari sono andati bene, ci siamo allargati sempre più. Una bella soddisfazione. Grande lavoratore, Alberto. Come me, del resto. Come tutti, in quegli anni. Si sapeva far di tutto, non è come adesso che se c’è un pezzo che non funziona si sostituisce con uno nuovo. Allora si riparava. Alberto era bravo a far tutto, in officina. Come meccanico, come saldatore».

Quanto al Michelotti arbitro, commentava: «Di calcio me ne intendo poco. Un po’ di simpatia per il Milan, ma non sono mai stato un tifoso. Non ho molti ricordi di Alberto arbitro. Certo, so che era un grande arbitro: io lo seguivo con simpatia. E tutti i lunedì c’era un bel via-vai di tifosi, in officina».

Infine una certezza: «La qualifica di officina autorizzata Iveco ci è stata concessa perché eravamo bravi. Lo so che giravano delle voci maligne: che qualcuno, con cattiveria, gettava fango su Alberto, sui suoi rapporti con la Juve. Tutte balle, glielo dico io. Alberto non è mai stato juventino. Eravamo dei gran lavoratori, punto e basta».

Luca Molinari

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI