Ricordo
Negli anni ‘70 è stato un mito della ristorazione parmigiana. Andare a pranzo o a cena da «Marino» in via Affò era divenuto uno status symbol. E, tra i tavoli di quel ristorante, due belle persone: Giorgio Campanini e la moglie Verena.
Giorgio è scomparso nei giorni scorsi a 92 anni. Parmigiano del sasso, nato in vicolo San Moderanno, all’ombra del campanile del Duomo, era nipote della famosissima Filoma Preti, fondatrice e, per tanti anni, anima del ristorante «La Filoma», di via XX Marzo, pietra miliare della buona tavola parmigiana.
Figlio di Anselmo, bancario, e di Violetta Preti, che per tanti anni lavorò nel ristorante accanto alla mamma Filoma, Giorgio esordì nel mondo del lavoro in un settore che nulla aveva a che fare con la ristorazione. Fu assunto come commesso nel negozio di tessuti Marasini e Ronchini di strada Mazzini.
Ma la ristorazione era dietro l’angolo che lo aspettava perché l'aveva nel dna. Dopo il matrimonio con Verena entrò a fare parte, con la moglie, della squadra della pizzeria «Marino» gestita dal suocero Marino Duranti. I Duranti, provenienti di Orentano di Pisa, si distinsero nella nostra città, con altre famiglie toscane come i Freschi, anche nella gestione di famose pasticcerie.
Giorgio, carattere vulcanico e ristoratore di razza, non si accontentò di servire solo pizze e decise di trasformare la pizzeria in un locale specializzato nel pesce. E fu un successo.
Era talmente meticoloso e amava talmente il proprio mestiere che, il pesce, lo andava ad acquistare personalmente al mercato di Chioggia o lo faceva arrivare dalla Sicilia e dalla Sardegna. Le aragoste cucinate da Verena erano imbattibili.
Ben presto, Campanini riuscì ad annoverare tra la sua clientela anche personaggi famosi, non solo parmigiani. Furono tantissimi i vip dello sport, della politica, di cinema, teatro, giornalismo, musica ed imprenditoria che fecero tappa in questo accreditato «porto di mare» parmigiano: da Carlo Ancellotti a Cesare Maldini, ai calciatori del Parma, Niki Lauda, il grande Enzo Ferrari, i Matia Bazar e tanti altri noti personaggi alcuni dei quali autografarono le loro foto con tanto di dedica a Giorgio e a Verena.
Dopo avere ceduto lo storico ristorante di via Affò, i coniugi Campanini decisero di aprire una gastronomia in strada Garibaldi, «Gastronomia Verena». Quindi, una quasi ventennale esperienza al Circolo del Castellazzo per poi aprire un altro locale, «La Forchetta», in borgo San Biagio.
Carattere aperto, Giorgio era una persona fatta apposta per stare in mezzo alla gente. Molto attivo, amava la caccia, la pesca e, da ragazzo, fu un componente dalla squadra di tennis tavolo del Rapid. Tifosissimo del Parma, era pure un cultore della parmigianità tant’è che, per diversi anni frequentò la «Famija Pramzana» Era legatissimo alla famiglia: alla moglie Verena, ai figli Giorgia, che lavora in un noto ristorante cittadino, ed Andrea, impiegato. Come pure stravedeva per l’adorata nipote Nicole.
Lorenzo Sartorio
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