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Alcol e giovani

«Capire cosa c'è dietro quel bisogno»

«Capire cosa c'è dietro quel bisogno». E la testimonianza di chi ci è passato

di Chiara Cacciani

23 Febbraio 2023, 03:01

Si parte da lì, inevitabilmente: impossibile ignorare ciò che esce dal nuovo Rapporto di ricerca sui comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca stilato dall'Espad, l'European School Survey Project on Alcohol and other Drugs.

Dai questionari a cui hanno risposto quasi due milioni di studenti e studentesse italiani, risalta - come sottolinea il dirigente del servizio di alcologia dell'Ausl Giuseppe Fertonani Affini, che ne ha parlato di recente davanti alla Commissione consigliare Welfare - il progressivo abbassamento d’età nel primo contatto con l'alcol. «C'è chi inizia a assaggiare a 11, e tra i 12 e i 14 anni l'ha già fatto il 46%, con un 28% di episodi di reale ubriachezza».

Raccontano, risposte e numeri, di un progressivo appiattimento nelle differenze tra ragazzi e ragazze, e della dannosissima esperienza del «binge drinking»: una sequenza di bicchieri in un tempo brevissimo. «E' un ingerire improvviso e diretto estramente dannoso - spiega - Ci sono disturbi comportamentali immediati: aggressività, disinibizione che può portare a compulsività anche nella sessualità, alla non percezione dei rischi o, all'opposto a apatia e depressione». E poi i danni a livello epatico e soprattutto al sistema nervoso centrale: «Fino ai 23 anni il cervello è ancora plastico e deve raggiungere la sua maturità. Introdurre sostanze tossiche arriva a provocare la morte dei neuroni».

Prevenire, informare diventa dunque priorità. E anche individuare che bisogno ci sia dietro l'assuzione di alcolici. E' il pallino di Silvia Codeluppi, responsabile del Serdp dell'Ausl. E è lo stile dei servizi che lavorano con ragazzi e ragazze cercando di «allenare» anche i genitori su problematiche che coinvolgono entrambe le generazioni e i rispettivi ruoli: riuscire a relazionarsi con gli altri e in famiglia, ad esempio.

Il luogo - fisico e no - per farlo è «Mondo Teen»: «Più che un servizio, un percorso trattamentale», lo definisce.

E' rivolto a chi ha tra i 14 e i 25 anni e è attivo il lunedì pome nella sede del SerDp di strada dei Mercati con orario «protetto»: senza il rischio di incontrare altre persone e altri vissuti. Il giovedì pomeriggio, invece, «trasloca» nella Casa del bambino e dell’adolescente in viale Fratti. «Ma per il primo colloquio andiamo dove chi ci chiama si sente più a proprio agio: che sia a casa o al parco, o in un altro spazio o servizio». Oggi a Mondo Teen arrivano poliassuntori: alcol, cannabis, cocaina e i vari mix possibili ma con l'alcol quasi sempre presente. «Nel percorso c'è anche il gruppo di skills training: lavoriamo sia con le famiglie in gruppo, sia coi ragazzi in gruppo o individualmente per acquisire abilità psicosociali e consapevolezza, imparare la tolleranza della sofferenza e a gestire quello stato emotivo in modo più funzionale. Oltre a abilità di efficacia interpersonale per relazionarsi coi pari e in famiglia. Se prima la società accompagnava gli adolescenti verso l'età adulta, ora il successo dei ragazzi e delle ragazze nella loro maturazione e nell'affrontare le sfide quotidiane è tutto a carico di famiglie e, in parte, scuola».

A tema prevenzione, chi ha tra i 14 e i 25 anni fino a fine febbraio può iscriversi al laboratorio teatrale «Anger Game» e affrontare in gruppo un'emozione difficile come la rabbia. Gli incontri sono al teatro della parrocchia di via Montanara il venerdì con orario 18.15 -19.45. Per prenotarsi: gtrincone@ausl.pr.it o gdonato@ausl.pr.it. E poi c'è la scuola: per il tema dipendenze, in collaborazione con Betania e Ceis, si possono prenotare interventi personalizzati. «Non frontali, dove gli esiti sono contrari alle intenzioni, ma formando chi insegna a affrontare l'argomento all’interno dei percorsi curriculari». Con evidenza scientifica inappellabile.

Chiara Cacciani

© Riproduzione riservata

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