IL CASO
Da un lato la signora in giallo, con tanto di mascherina e capellino variopinto, che annuncia: «Sono qui per risolvere il delitto Meloni». E dall'altro il pupazzetto che chiarisce: «Ma non c'è stato nessun delitto Meloni». Al che miss Fletcher replica: «Ah peccato». E' la locandina-invito alla festa di Carnevale organizzata dal collettivo Art Lab che ha scatenato una marea di reazioni politiche. Ma sul caso si è mossa anche la procura, che ha aperto un fascicolo, seppure - al momento - senza alcuna ipotesi di reato. «Della locandina abbiamo avuto notizia attraverso le notizie di stampa, così è stato aperto un fascicolo. Valuteremo se sono configurabili reati, e nel caso procederemo, ma per ora è ancora prematuro», sottolinea il procuratore Alfonso D'Avino.
Un volantino condannato da un ampio spettro politico, sull'ipotesi di reati, però, lo scenario è molto meno definito. Certo, nel nostro codice penale esiste, per esempio, il reato di istigazione a delinquere. Ma il messaggio di quella locandina può essere letto in quel senso, per quanto sia stato diffuso? Oppure potrebbero configurarsi altri reati?
Nulla di tutto ciò, secondo gli autori. «È bastata una locandina satirica per una festa di Carnevale come pretesto per accusarci di terrorismo, istigazione all'odio ed emulazioni sataniche dell'omicidio del presidente del Consiglio - hanno replicato -. Evidentemente siamo così ingenui da pensare che ancora si possa fare satira sul dissenso politico senza conseguenze di risonanza nazionale».
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