Intervista
«Se volete vedere Panariello nudo vi aspetto al Teatro Regio!» è questo l’ironico invito che il comico toscano rivolge al pubblico di Parma in attesa del suo spettacolo in programma mercoledì 1 marzo. E se non accadrà, ovviamente, nel senso più letterale del termine, lo show rappresenterà comunque l’occasione per conoscere il percorso artistico che Panariello ha intrapreso oltre 30 anni fa e che lo ha portato ad essere oggi uno dei volti più amati della comicità italiana. «La favola mia», questo il nome dello spettacolo, ripercorre infatti dagli esordi ad oggi le tappe della carriera dell’artista, passando inevitabilmente da quella girandola di personaggi che lo hanno accompagnato nel suo cammino.
Tantissimi i cavalli di battaglia della sua carriera di imitatore da Renato Zero con cui ha diviso il palco, a Flavio Briatore, dal bambino Simone, al bagnino Mario al cinico Vaia. Personaggi di fantasia ed enfatizzati nelle loro caratteristiche fino al renderli macchiette ma che nascono da incontri reali: «I miei personaggi arrivano da incontri fatti magari 30 anni fa - spiega Giorgio Panariello -. Nascono dalla voglia di portare in scena qualcosa di cui parlare e ironizzare. Oggi, parlando anche con i miei autori, è difficile individuare una figura di fantasia che non sia già presente su Tik Tok o Youtube. Magari, nel prossimo spettacolo sul quale sto già lavorando, troverete un personaggio che ho tirato fuori dal cilindro della mia adolescenza».
Trent’anni vissuti tra televisione, con il grande successo ottenuto con «Torno Sabato», lo show di Rai uno che ha catalizzato negli anni 2000 tutt’Italia davanti al piccolo schermo, al cinema con i suoi film come «Bagno Maria» e nei tantissimi spettacoli teatrali che da sempre la portano in giro per lo stivale ad abbracciare il suo pubblico. Ad oggi, dopo tutti questi anni di risate, è cambiata l’ironia del pubblico? «Non direi che è cambiata l’ironia, direi che cambiano i tempi ma che il pubblico si sa adattare. Rispetto a quando feci “Torno Sabato”, dove si era abituati ad una comicità televisiva di programmi tipo “Drive In” con il suono delle risate finte e sketch che duravano 3 minuti, io nel mio programma riportai i monologhi alla Walter Chiari che invece duravano anche 12/15 minuti. Ecco, oggi il pubblico ha tempi più veloci, tipo quelli dei social».
E proprio il mondo del Web è quello che Panariello potrebbe pensare di trattare in futuro: «Credo sia sotto gli occhi di tutti la dipendenza che danno i social. I ragazzini di oggi spesso vivono in un mondo artificiale con la testa costantemente sui telefoni. Mi capita spesso di vedere bambini a cena ai quali i genitori danno in mano un tablet per non essere disturbati. Ecco, penso che questi saranno i temi di alcuni prossimi monologhi ma già in questo spettacolo io mi rapporto al futuro facendo varie considerazioni».
I social di Panariello invece - che per sua stessa ammissione non sono utilizzati costantemente - raccontano la sua quotidianità fatta di backstage di spettacoli, dell’amore per i suoi inseparabili cani Poky e Pie (i due chihuahua che condivide con la compagna Claudia) e le tante immagini insieme agli amici di sempre: Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, compagni di merende della scuola Toscana con i quali ha condiviso anche le ultime tournée registrando sempre il sold out. Lo spettacolo di mercoledì, organizzato da Arci Caos, sarà un tuffo nel mondo del comico dove lui stesso si racconterà a 360 gradi: «Paradossalmente Panariello passerà in secondo piano rispetto a Giorgio, racconterò la mia storia per far capire come nasce la mia comicità, dove ho conosciuto i miei personaggi, cosa facevo in quel momento e chi ero: insomma, mi metterò a nudo!»
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